Ghana: l’opposizione contesta la rielezione di Mahama

ghana-electionLa rielezione del presidente John Dramani Mahama  alla guida del Ghana è stata accolta con aspre polemiche da parte del Nuovo Partito Patriottico (Npp), il principale partito d’opposizione che sosteneva il candidato Nana Akufo-Addo, arrivato secondo con il 47,74%. Il presidente dell’Npp, Jake Obetsebi-Lamptey, ha respinto l’esito delle elezioni, denunciato brogli e chiesto ufficialmente il riconteggio delle schede nelle sezioni più contestate. Dopo la diffusione dei risultati, l’opposizione è scesa in piazza per due giorni consecutivi a manifestare davanti alla sede della Commissione elettorale.

Dopo essere ricorso all’intervento delle forze dell’ordine per disperdere i dimostranti, il presidente Mahama ha chiesto all’opposizione di rispettare la volontà popolare e l’esito del voto del 7 dicembre scorso, che lo ha visto riconfermarsi alla guida del Paese africano con il 50,7% delle preferenze.

Per gli osservatori elettorali del Commonwealth, invece, le elezioni sono state ultimate in maniera “pacifica e trasparente”. Anche i 250 delegati della Comunità Economica dell’Africa Occidentale (Ecowas), guidati dall’ex presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, hanno confermato che le operazioni  di voto si sono svolte in maniera soddisfacente, come la campagna elettorale.

Nondimeno, il Ghana ha una lunga serie di elezioni andate a buon fine con un ampia partecipazione popolare, confermata anche in questa tornata elettorale in cui l’affluenza ha registrato un dato record, pari al 79% dei circa 13 milioni di aventi diritto, chiamati a eleggere il nuovo presidente e 275 parlamentari.

Il Ghana è stato la culla del panafricanismo negli anni di Kwame Nkrumah e il primo paese africano ad ottenere l’indipendenza nel 1957. In seguito è stato teatro di cinque colpi di stato e messo alle corde da decenni di stagnazione, prima della svolta democratica del 1990. Dopo questo difficile periodo è diventato una delle realtà statuali dell’Africa più stabili, considerato un esempio di democrazia e sviluppo socioeconomico per il resto dei continente.

Grazie anche ad alcune figure di riferimento a livello internazionale, come l’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan, Accra è stata una piattaforma logistica per l’intervento internazionale nelle crisi regionali. Negli anni più duri della guerra civile in Costa d’Avorio, un paese con cui condivide gli 800 chilometri del confine occidentale, ha messo a disposizione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) i campi di accoglienza che hanno permesso agli ivoriani in fuga di non disperdersi lontano da casa.

Per questo adesso il presidente Mahama, oltre a dover smentire nell’immediato le accuse di brogli,  ha la responsabilità di garantire il proseguimento di un indirizzo all’insegna della solidità politica e del progresso. Un progresso certificato anche dalla Banca Mondiale, che nel suo ultimo report sui paesi africani ha rilevato che il Ghana, ricco tra l’altro di oro, diamanti, cacao, e dal 2010 diventato anche un produttore di petrolio, ha chiuso il 2011 con un crescita del Pil del 14,3 per cento rispetto all’anno precedente, la più alta di tutta l’Africa sub sahariana.

Anche se poi il reddito pro-capite si attesta sul 3% annuo, chiaro segnale che larghe fasce della popolazione non stanno incassando i dividendi di questa vertiginosa crescita che trae origine anche dall’impegno nella produzione delle fonti di energia rinnovabili.

Un impegno gratificato dall’odierno annuncio della britannica Blue Energy che costruirà nel paese dell’Africa occidentale, il più grande impianto di energia solare del continente: un parco fotovoltaico da 400 milioni di dollari, con una potenza di 155 MW,  che sarà pienamente operativo entro ottobre 2015, aumentando la capacità di energia elettrica del paese del 6% e riducendone nel contempo le emissioni di CO2.

Se il Ghana continuerà a garantire la stabilità politica e la continuità in ambito economico, nonostante le sue dimensioni medio-piccole potrà avere tutte le carte in regola per accreditarsi come un serio concorrente del Sudafrica nella leadership della regione subsahariana.

Categorie: Politica | Lascia un commento

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