Nonostante la carenza di infrastrutture, di collegamenti stradali e il basso livello di istruzione, negli ultimi anni il settore delle nuove tecnologie, meglio conosciuto come ICT (Information and Communication Technology), sta cambiando il volto dell’Africa, con benefiche ricadute in termini di crescita su diversi comparti come quello sanitario e quello della lotta ai dannosi effetti del cambiamento climatico.
Una crescita ben documentata nel nuovo rapporto “eTransform Africa: The Transformational Use of Information and Communication Technologies in Africa“, che attesta le innovazioni e le possibilità d’accesso alle tecnologie ICT nel continente nero.
Secondo lo studio, redatto congiuntamente dalla Banca Mondiale e dalla Banca africana di sviluppo con il sostegno della Unione africana, a beneficiare della crescita dell’ICT in Africa sono soprattutto 8 settori chiave: agricoltura, cambiamenti climatici, istruzione, servizi finanziari, pubblica amministrazione, sanità, competitività delle ICT, facilitazione degli scambi e integrazione regionale.
Per quanto concerne l’agricoltura,grazie al programma Kilimi Salama, il Kenya è in grado di fornire un aiuto concreto ai contadini aiutandoli a gestire al meglio le emergenze climatiche, che possono rovinare il raccolto di una intera stagione. Mentre in Malawi, per contrastare la deforestazione la Fondazione Plan Vivo ha dato vita ad un progetto che sta inducendo le popolazioni locali a mappare i propri territori fornendo dispositivi GPS.
Questi risultati non devono però farci dimenticare che le ICT richiedono investimenti importanti ed onerosi per le economie della maggior parte dei paesi africani, che spesso si trovano a dover affrontare altre priorità. Ad ogni modo i vantaggi economici sono tangibili: investire nel potenziamento della rete a banda larga e nella telefonia mobile può incrementare la competitività e aprire nuovi mercati interni.
Lo sviluppo delle ICT può produrre impulsi innovativi per la crescita di un continente sempre più aggiornato ed informato, che grazie a queste tecnologie innovative può trovare una soluzione ai molti problemi di comunicazione, legati alla distanza e alla mancanza di strade e infrastrutture.
Per produrre un esempio, l’utilizzo del servizio sms in alcuni Stati africani ha consentito la creazione di reti di collegamento tra donne, come la Women of Uganda Network, e di reti di supporto per gli agricoltori che vivono in zone rurali e isolate, per non parlare delle mobilitazioni collettive in occasione di eventi politici.
Anche le grandi istituzioni internazionali stanno prendendo atto dell’accelerazione tecnologica registrata dall’Africa negli ultimi anni: per monitorare i progressi compiuti dal neonato Stato del Sud Sudan, la Banca mondiale ha deciso di includere tra i parametri d’analisi della crescita socioeconomica l’espansione della copertura dei telefoni cellulari.
Non è dunque un caso se, come rilevato nell’ultimo rapporto della Gsm Association (Gsma, il massimo organismo mondiale della telefonia mobile), nel 2010 il continente africano era al quarto posto per numero di abbonamenti mobili, per poi superare, nel 2011, anche il Vecchio Continente diventando il secondo mercato mondiale, con un incremento di utenti del 20% l’anno.
L’espansione del mercato delle telecomunicazioni racchiude risvolti positivi sia in termini di sviluppo sociale che di crescita economica. Una crescita che dovrebbe essere favorita anche da una migliore copertura del continente: attualmente il 36% degli africani dei 25 paesi più popolosi non ha la possibilità di accedere ai servizi di telefonia mobile. Il rapporto indica la Nigeria come primo paese per numero di utenze attive (oltre 93 milioni, il 16% del totale), seguita da Sudafrica e Marocco.
Mentre in Kenya sono attivi trenta milioni di numeri di cellulare contro il milione scarso di fine 2000 e oltre dieci milioni di persone si connettono a internet, delle quali oltre il 90% utilizza il telefono cellulare. Nairobi ha attuato un’avanzata politica di liberalizzazioni nel settore delle comunicazioni e occupa il primo posto nel continente per l’uso del telefonino nei servizi di trasferimento di denaro e nell’accesso ad altri servizi bancari.
Secondo una statistica di Internet World Stats, l’utilizzo di internet nei paesi subsahariani mostra forti differenze. Gli Stati dell’Africa centro-meridionale con un livello di penetrazione del web più alto sono il Kenya con il 28% (percentuale utenti per numero di abitanti) e la Nigeria con il 28,4% (48 milioni di utenti, un quarto dell’Africa intera). Tutti gli altri Stati hanno livelli inferiori al 20%, compreso il Sudafrica, prima potenza economica del continente, con il 17,4%.
Mentre secondo una graduatoria stilata dall’Itu (Unione internazionale per le telecomunicazioni), alcuni paesi a sud del Sahara sono ancora tagliati fuori dalla rivoluzione telematica. Le situazioni più difficili si registrano nella Repubblica Democratica del Congo, dove su una popolazione di 73 milioni, solo 1 milione di abitanti usa internet, e in Etiopia, dove solo l’1,1% degli abitanti ha modo di connettersi.
Un gap che deve essere necessariamente colmato con un programma di investimenti nelle tecnologie della comunicazione per aiutare questi paesi a combattere la povertà, l’analfabetismo e il malgoverno che ostacola il progresso.