Rebelle, il film che racconta il dramma dei bambini soldato

Il film Rebelle (War Witch) venerdì scorso è arrivato nelle sale cinematografiche spagnole, dove l’accoglienza del pubblico e della critica alle vicende della bambina soldato Komona è stata entusiasta. Girata in sequenza dal regista canadese Kim Nguyen e senza che nessuno degli attori conoscesse in anticipo la sceneggiatura, al fine di amplificare il pathos interpretativo, la pellicola racconta la drammatica storia di una ragazzina di 12 anni costretta ad arruolarsi nelle file di un gruppo di ribelli. Dopo l’attacco al suo villaggio, situato in un imprecisato paese dell’Africa sub-sahariana, Komona viene fatta prigioniera e costretta a diventare una bambina soldato.

Il suo primo atto di guerra sarà uccidere i suoi genitori a colpi di mitra, per risparmiargli una morte ancora più atroce a colpi di machete. Da quel giorno il kalashnikov prenderà il posto di sua madre e di suo padre e la sua esistenza sarà avvelenata dal dolore e dall’umiliazione di concedersi al suo brutale comandante. Il ruolo di Komona è interpretato da Rachel Mwanza, una straordinaria ragazza dalle doti innate di attrice, ingaggiata dal cineasta canadese tra le strade di Kinshasa, che per la sua magistrale performance ha vinto l’Orso d’argento come miglior attrice al Festival di Berlino 2012, dove il film di Nguyen è stato presentato in anteprima mondiale.

Ma questo non è stato l’unico riconoscimento ottenuto da Rebelle. Dopo essere stato accolto con successo al Toronto International Film Festival, il lungometraggio è stato premiato al Tribeca Film Festival per la migliore attrice e per la migliore narrativa ed ha conseguito la nomination per il miglior film in lingua straniera all’Independent Spirit Award 2012, al Satellite Award 2012 e all’Academy Awards 2013.

Come scrive la critica cinematografica Donni Romani, la pellicola di Nguyen ha la forza e la potenza di un documentario e la poesia del grande cinema. Un giudizio supportato dalle forti emozioni che il regista canadese riesce a trasmettere nel corso di novanta minuti, in cui guida lo spettatore alla conoscenza di un mondo profondamente radicato nella credenza popolare, sullo sfondo delle sequenze inquietanti dei fantasmi che accompagnano e tormentano il cammino della fanciulla.

Dopo essere cresciuta fra attentati e torture, fra fughe e traditori sepolti vivi, Komona sarà l’unica sopravvissuta ad una sparatoria con i governativi. Per questo agli occhi dei suoi reclutatori diventerà la strega di guerra (da cui deriva il titolo in inglese War Witch). La profonda sofferenza della fanciulla avrà fine solo quando riuscirà a fuggire insieme a Waiissiè, un ragazzo albino quindicenne considerato uno stregone, che Komona chiama semplicemente “Il Mago”. Waiissiè, interpretato da Serge Kanyinda, è l’unica persona che di nascosto si occupa di lei con affetto, che a poco a poco si trasforma in amore.

Dopo la loro fuga i due bambini soldato decidono di fare ritorno al villaggio di Komona, dove la ragazza vuole dare una degna sepoltura ai suoi genitori e ricominciare a vivere una vita normale, lontano dagli orrori di un conflitto combattuto per il possesso delle miniere di coltan. Di certo Rebelle è un film che non può lasciare indifferenti, soprattutto quando sullo schermo scorrono le immagini di una bambina costretta a vivere eventi che superano di gran lunga il vissuto della maggior parte degli adulti. Eventi che Komona, solo grazie al suo indomito coraggio e alla sua volontà di sopravvivere, riuscirà a raccontare in un dialogo immaginario al bambino che porta in grembo, frutto della violenza del suo comandante.

Una storia di una tenerezza toccante, che senza sentimentalismi e grandi colpi di scena riesce a farci entrare in un mondo di dolore e al tempo stesso a farci scorgere un barlume di speranza di fronte a tanta violenza gratuita. Una storia raccontata con il cuore per mostrare l’ingiuria dell’adolescenza rubata ai bambini soldato, con la consapevolezza che la pratica di utilizzarli per i combattimenti più efferati non ha ancora avuto fine. Una storia che aspettiamo con ansia di poter vedere presto anche nelle sale cinematografiche italiane.

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