«Il Centrafrica è una polveriera pronta a esplodere», ha avvertito Mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui e presidente della Conferenza episcopale centrafricana (Ceca), alla vigilia della sua audizione tenuta ieri presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unhrc), nella sede di Ginevra. L’alto prelato è stato invitato a Ginevra per descrivere la drammatica situazione umanitaria nella quale, da più di dieci mesi, è costretta a vivere la popolazione del paese africano.
Secondo un comunicato inviato all’Agenzia Fides da Caritas Internationalis, Mons. Nzapalainga intende chiedere di ampliare il ruolo della Missione di pace dell’Unione africana in Centrafrica (Misca) al fine di garantire migliori condizioni di sicurezza; di avviare di una missione umanitaria internazionale; di creare una commissione elettorale indipendente per organizzare elezioni attendibili e di iniziare indagini sui crimini contro l’umanità da parte della Corte penale internazionale.
Il caos che si è generato dalla caduta del vecchio governo nel marzo di quest’anno, con l’arrivo al potere dei ribelli Seleka, continua ad avere pesanti conseguenze sulla popolazione.
Particolarmente colpite sono donne e ragazze perché, afferma Mons. Nzapalainga, «i casi di stupro sono incalcolabili. Le persone vengono uccise, le case bruciate e le donne violentate dai ribelli».
Secondo l’Arcivescovo gli effettivi dei ribelli sono passati dalle 3.500 persone di marzo alle 25mila di oggi, anche attraverso il reclutamento forzato di diversi bambini soldato. I ribelli continuano inoltre a ricevere costanti rifornimenti di armi, mentre i civili si stanno organizzando in gruppi di autodifesa dotati di armi improvvisate.
Secondo Mons. Nzapalainga, attualmente l’area più colpita è quella di Bossangoa, 300 chilometri a nord dalla capitale Bangui, dove duemila case sono state bruciate e 37mila persone hanno cercato rifugio nella locale missione cattolica. Le condizioni di vita degli sfollati sono drammatiche: le malattie, la mancanza di igiene e la scarsità di cibo provocano la morte di 4-5 persone al giorno.
Fonte: Agenzia Fides