Il ritmo di crescita della telefonia mobile nei paesi dell’Africa sub-sahariana è sempre più accentuato. Lo certifica l’ultimo rapporto della Gsma, l’Associazione che rappresenta i principali operatori di tutto il mondo nel settore, che rileva come tra il 2007 e il 2012 il numero di utenti a sud del Sahara che possiedono un cellulare è aumentato del 18% all’anno. Una crescita significativa determinata dalle 253 milioni di persone che vivono nell’area e possiedono una Sim.
Un dato riferibile al giugno 2013, equivalente a un tasso di penetrazione del 31%, con la previsione che nel 2017 gli utenti potrebbero raggiungere i 346 milioni. L’indagine evidenzia inoltre come, dal 2000 ad oggi, il numero di connessioni nella regione sia aumentato del 44%, rispetto ad una media complessiva del 34% delle altre aree in via di sviluppo e del 10% di quelle sviluppate.
E sulla base dell’espansione economica che sta registrando questa parte del continente africano, la crescita del settore può ragionevolmente continuare nel medio termine. Non a caso, nel corso degli ultimi cinque anni, gli operatori di telefonia mobile hanno investito 16,5 miliardi di dollari in cinque mercati chiave dell’Africa sub-sahariana (Nigeria, Tanzania, Sudafrica, Kenya e Ghana), di cui 2,8 miliardi di dollari nel 2011. La maggior parte di questo investimento è stata focalizzata sull’espansione della capacità della rete, mediante l’aumento del 250%, tra il 2007 e il 2012, del numero di stazioni radio base in questi cinque paesi.
Sempre secondo la Gsma, gli oltre ottocento operatori di telefonia mobile che puntano alla conquista del mercato africano dovranno ridurre i costi del servizio erogato, ma anche far fronte alla tassazione elevata imposta da alcuni governi locali, alla poca trasparenza delle disposizioni fiscali e alla notevole carenza di infrastrutture, soprattutto elettriche.
La ricerca monitora anche le possibili ricadute economiche e lavorative per il continente che potrebbero scaturire dall’espansione del settore. Nel 2012 l’industria della telefonia mobile rappresentava già il 6,3% del prodotto interno lordo della regione, una percentuale ragguardevole che potrebbe raggiungere quota 8,2% entro il 2020.
Lo scorso anno gli operatori già attivi nei paesi africani hanno fatto affluire nelle casse dei singoli Stati circa 21 miliardi di introiti, tra tasse e acquisto di licenze. Una cifra che, secondo le stime, potrebbe raddoppiare entro il 2020. Lo stesso trend positivo si delinea anche per quanto concerne la creazione di nuovi posti di lavoro, dagli attuali 3,3 milioni di addetti nel settore a 6,6 milioni di dipendenti.
Un altro riscontro importante riguarda la percentuale di utenti sub-sahariani che utilizzano schede prepagate, pari al 95%; mentre l’86% delle connessioni mobili si fanno tramite le reti 2G, poco meno del 14% con quelle 3G e solo lo 0,1% con la 4G.
Esaminando le statistiche rilevate nel rapporto, appare evidente che il cellulare costituisce uno strumento fondamentale per ovviare ad infrastrutture carenti e problemi logistici quotidiani, soprattutto nelle zone più remote dell’Africa. Lo conferma anche il lungo articolo che, alla fine di ottobre, il quotidiano Le Monde ha dedicato allo sviluppo della telefonia mobile nel continente.
“In questi ultimi anni – scrive il giornale francese – la tecnologia è entrata con prepotenza nella vita del popolo africano, non solo per necessità, ma anche e soprattutto per uno sviluppo migliore e dinamico. Nelle zone anche più isolate, in molti, iniziano a beneficiarne regolarmente, magari attraverso smartphone e tablet con una connessione ad internet molto lenta, che però non frena la speranza di un domani migliore. Chi l’avrebbe mai immaginato dieci anni fa?”