Il miracolo politico del Botswana

Un briefing paper pubblicato lo scorso dicembre dalla rete di ricerca panafricana indipendente Afrobarometer, indica il Botswana come il paese più virtuoso dell’Africa australe in materia di buon governo e di responsabilità della sua classe dirigente. Un’ulteriore conferma dei risultati straordinari raggiunti dalla piccola nazione africana senza sbocchi sul mare dal punto di vista istituzionale ed economico, dal primo settembre 1966, quando sotto la presidenza di sir Seretse Khama ottenne l’indipendenza dal Regno Unito.

Alla guida di quella che viene considerata una piccola isola felice in una regione come l’Africa del Sud, spesso tormentata dalle guerre civili e dall’instabilità politica, si trova ora Seretse Khama Ian Khama. Il figlio maggiore del primo presidente della Repubblica del Botswana, nei suoi quattro anni di mandato, ha gestito il potere seguendo le linee politiche avviate da Festus Mogae e Ketumile Masire, i due presidenti che l’hanno preceduto. Nel corso della loro esperienza di governo, i due capi di Stato hanno assicurato stabilità al paese con l’adozione di politiche volte a garantire un appropriato impiego delle risorse pubbliche.

Seretse Khama junior ha proseguito in questa direzione con scelte politiche accorte che hanno consolidato le riforme economiche e sociali, avviate dai suoi predecessori. La buona governance ha favorito lo sviluppo del Botswana che dalla sua indipendenza ha sempre registrato un tasso di crescita medio annuo di tutto rispetto (ad eccezione del 2009, anno in cui la crisi finanziaria globale ha avuto pesanti ripercussioni anche in Africa sub-sahariana) e che secondo l’African Economic Outlook, nel 2014 crescerà del 5,5%. Senza contare che la piccola nazione senza sbocco al mare ha un Pil pro capite di oltre settemila dollari per abitante, uno dei più alti dell’intera Africa sub-sahariana.

Un altro punto di forza a favore dell’ex protettorato britannico è certificato da Transparency International, che nel suo indice di percezione della corruzione colloca il Botswana in  trentesima posizione, in assoluto il paese meno corrotto del continente africano. Nella sostanza le brillanti performance macroeconomiche hanno fatto sì che il Botswana, a differenza dei paesi limitrofi, non faccia più parte dei paesi meno sviluppati e non necessiti di particolari aiuti finanziari, strategie o programmi di sviluppo.

Come dimostrato dal fatto che, dal febbraio 2007, non sono stati più avviati nuovi progetti da parte dell’International Development Association (Ida) e dall’International Bank for Reconstruction and Development (Ibrd), i due maggiori organismi della Banca mondiale attivi da tempo nel paese africano.

Un autentico successo se pensiamo che al momento dell’indipendenza, il Botswana aveva due scuole ed una strada asfaltata di cinque chilometri, nessun sistema di trasporti pubblici, elettricità o linee telefoniche ed era tra le nazioni più povere al mondo. Nel dare il suo giudizio, Afrobarometer ha riconosciuto al paese africano anche la lunga tradizione di democrazia e di partecipazione politica che affonda le sue radici nella cultura tradizionale Tswana, secondo cui i capi erano tenuti a consultare sia gli anziani sia la comunità riguardo alle questioni importanti. Del resto, se facciamo riferimento agli indicatori che vengono comunemente utilizzati per determinare il rispetto di certi standard democratici, si può osservare come in Botswana le elezioni parlamentari sono sempre state competitive e libere, oltre ad essersi regolarmente tenute nel rispetto della Costituzione.

A differenza dei paesi confinanti, le divergenze politiche sono state dunque gestite in maniera efficiente all’interno di un quadro democratico compatto, mostrando anche ampia tolleranza nei confronti dell’opposizione politica. A questo proposito, un giudizio positivo sul Botswana è espresso anche da Freedom House, che quantificando con un indice composito il livello di libertà politiche e civili, attribuisce al paese lo status di “libero”. Anche l’indice annuale della Fondazione Mo-Ibrahim per il buon governo dei paesi africani, nel 2013 colloca il Botswana al secondo posto tra gli Stati del continente con la miglior performance politica con un punteggio di 77.6/100.

Una specie di miracolo politico reso possibile soprattutto grazie ad istituzioni giuridiche indipendenti, funzionanti ed efficienti, in grado di prevenire la concentrazione del potere e di denunciare, all’occorrenza, anche pratiche di governo poco trasparenti.

Categorie: Politica, Sviluppo | Tag: , , , , | 2 commenti

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