Come vincere la sfida dell’occupazione giovanile in Africa

Per il progresso economico del continente africano è indispensabile concedere ai giovani la possibilità di trovare un lavoro adeguatamente remunerato, lo rileva un nuovo rapporto della Banca mondiale sul tema dell’occupazione giovanile in Africa sub-sahariana, dove più della metà dell’attuale popolazione della macroregione non ha ancora raggiunto i venticinque anni e oltre undici milioni di giovani, ogni anno, nel prossimo decennio dovranno entrare  nel mercato del lavoro.

Diventa dunque di vitale importanza, offrire migliori condizioni di impiego e un buon salario per incoraggiare la crescita economica e ridurre in maniera significativa la povertà in Africa.

Lo studio dell’istituto di Washington evidenzia che nonostante negli ultimi anni molte economie africane hanno registrato un’elevata crescita, i livelli di povertà in tutta la regione non sono scesi quanto previsto e i giovani in cerca di un impiego meglio retribuito sono sempre più penalizzati.

Questo è in parte dovuto al fatto che le economie di molti paesi africani dipendono fortemente dal settore estrattivo, che pur favorendo lo sviluppo economico non crea valide opportunità occupazionali per la popolazione giovanile della regione, in costante aumento. Né tantomeno realizza le condizioni per ridurre i tassi globali di povertà.

Il voluminoso rapporto si sofferma sul fatto che l’industria manifatturiera, il terziario e l’agricoltura sono tradizionalmente settori ad alta richiesta di manodopera che possono generare buone opportunità di lavoro per i giovani. E sebbene in alcuni paesi africani si stanno sviluppando molto velocemente, i primi due settori non sono ancora in grado di creare abbastanza posti di lavoro per affrontare la sfida dell’occupazione giovanile, che ormai preoccupa tutti i governi del continente.

Nel report della World Bank è specificato che in un prossimo futuro l’80% della forza lavoro giovanile sub-sahariana continuerà a occuparsi nelle piccole fattorie e nelle imprese di famiglia.

Gli esperti della Banca mondiale pongono l’accento anche sulla necessità di dare priorità agli investimenti nelle tecnologie della comunicazione e nel settore educativo, al fine di fornire ai giovani laureati maggiori conoscenze necessarie per l’accesso a un mercato del lavoro più qualificato e specializzato.

Tutto ciò costituirebbe un modo per affrontare sia la disoccupazione giovanile sia le sfide educative del continente. I nuovi partner commerciali dei paesi africani come la Cina, l’India e il Brasile stanno collaborando attivamente con la Banca mondiale per portare a termine numerose iniziative in tal senso.

Ad esempio, la relazione osserva che i giovani che hanno beneficiato per la loro formazione professionale e per avviare un’attività del denaro stanziato dal Fondo di azione sociale della Banca Mondiale per il Nord Uganda, hanno guadagnato il 41% in più di chi non ha ricevuto questo supporto, perché hanno colto l’occasione per entrare in un commercio specializzato.

Lo studio pone poi in risalto come il programma abbia riscosso particolare successo soprattutto nell’aiutare le giovani donne a liberarsi della povertà.

Per quanto riguarda le condizioni e la sicurezza sul lavoro, nonostante si siano registrati cambiamenti significativi, c’è ancora molto da fare per arrivare al rispetto assoluto delle norme che regolano le convenzioni internazionali. Inoltre, la creazione di posti di lavoro con salari migliori, che consentano ai giovani di soddisfare le loro esigenze, costituirebbe un apporto di fondamentale importanza per la riduzione delle marcate disuguaglianze sociali.

Per arrivare a tutti questi risultati, è necessario incentivare lo sviluppo delle piccole e medie imprese e porre la questione delle politiche per l’occupazione giovanile al centro del dibattito dei governi africani.

Guarda il video della Banca mondiale: 


Increasing Job Opportunities for Young People in Africa
Accroître les opportunités d'emploi pour les jeunes en Afrique

 

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