Expo dei Popoli è un coordinamento di organizzazioni non governative, associazioni, reti della società civile italiana e internazionale, che hanno deciso di lavorare insieme per portare avanti una serie di iniziative per la realizzazione del Forum dei Popoli. La manifestazione, che si terrà nella Fabbrica del Vapore a Milano, in concomitanza con i primi eventi dell’Esposizione Universale 2015, chiamerà a raccolta oltre 150 delegati da tutto il mondo in rappresentanza di reti già attive sui temi centrali della sovranità alimentare, della giustizia ambientale e dei diritti umani.
Una decisione importante, soprattutto per il fatto che per la prima volta nella storia delle esposizioni internazionali il tema scelto è di carattere sociale: “Nutrire il pianeta. Energie per la vita”.
Così, le organizzazioni della società civile hanno deciso di accettare la sfida e, a loro volta, incalzare Expo e le autorità perché la manifestazione non solo abbia il carattere previsto, ma sappia cogliere le specificità in grado di orientare le forze e le risorse verso obiettivi di sostenibilità, compatibilità ambientale e di sviluppo sostenibile.
L’obiettivo è che si creino spazi di discussione per mettere in luce e diffondere proposte di stili di vita e di consumo alternativi, che considerino il cibo non più come una merce da cui trarre il maggior profitto possibile, ma come un diritto universalmente garantito. Per realizzare questo intento, la grande assemblea dei popoli intende portare avanti un percorso di coinvolgimento della società civile sui temi del diritto al cibo, della sovranità alimentare, dell’accesso alle risorse e dei beni comuni.
L’esposizione universale di Milano rappresenta certamente un’occasione importante per far emergere le condizioni culturali, sociali, tecnologiche e ambientali necessarie per essere cittadini di un mondo più sostenibile ed equo per tutti. Inoltre, offre una grande opportunità per condividere a livello globale idee e proposte su un tema strategico per il futuro dell’umanità.
Il confronto tra il mondo delle Ong e dell’associazionismo e i milioni di visitatori che affluiranno all’Expo 2015, assume una rilevanza enorme in termini numerici per condividere idee e riflessioni su un modello di globalizzazione che favorisca la diversità, nell’ambito di un sistema economico più responsabile in grado di assicurare un rapporto di maggiore equità tra Nord e Sud del mondo.
Tutte le iniziative dell’Expo dei popoli andranno a inserirsi nell’eccezionale cornice milanese che offre le condizioni ideali per lanciare un messaggio forte e chiaro per un diverso modello di sviluppo.
Uno dei temi che sicuramente sarà oggetto di vari dibattiti è il cambiamento climatico in atto nel pianeta, con tutte le conseguenze di questa potente variabile che sta indebolendo il potenziale della produzione agricola mondiale, i suoi coltivatori e le loro famiglie, considerato anche che negli ultimi anni, il consumo globale ha più volte superato la produzione agricola.
Come si discuterà anche della rinnovata emergenza dell’accesso al cibo che dovrebbe essere garantita a quel 12% della popolazione mondiale ancora costretta a patire la fame. Una percentuale inquietante che potrebbe essere drasticamente ridotta promuovendo la produttività del sistema agricolo, favorendo lo sviluppo delle comunità rurali e aumentando la consapevolezza dell’impatto dell’alimentazione sulla sostenibilità della catena alimentare.
Senza dimenticare che le popolazioni maggiormente colpite da questo fenomeno, sono concentrate nei paesi in via di sviluppo e le prospettive future dell’accesso al cibo non sono per nulla rassicuranti, soprattutto se si considera che nel 2050 ci saranno 2,2 miliardi di persone in più da sfamare. Ma questo circolo vizioso che minaccia il destino di quasi un miliardo di persone non è originato da una pura casualità: è il risultato di decenni di politiche sbagliate, basate su presupposti assurdi.
Occorre una chiara presa di coscienza, riconoscendo in maniera definitiva il fallimento gravissimo di una politica irresponsabile, che ha voluto trattare i prodotti agricoli e alimentari alla stregua di una merce qualsiasi. E’ necessario avere il coraggio di affermare che l’agricoltura ha proprie regole e che prima delle necessità del mercato vanno rispettati i diritti di produttori e consumatori.
In primo luogo il diritto di tutti al cibo, a un’alimentazione completa e adeguata, ma anche a vivere in un ambiente sano da lasciare in eredità alle future generazioni, per uno sviluppo sostenibile che sia una prospettiva concreta e non una formula vuota, uno slogan.
L’Expo 2015 può essere l’ambiente ideale per ricordare che gli organismi internazionali, gli Stati e le singole comunità condividono tutti un diritto fondamentale che è anche un dovere: proteggere e dare il necessario sostegno a ogni politica mirata a una produzione alimentare abbondante, sana, accessibile a tutti e tale da conservare la terra, l’acqua e l’integrità ecologica dei luoghi in cui viene prodotta, nel rispetto dei mezzi di sussistenza dei produttori e dei loro saperi tradizionali.
Nei padiglioni della grande kermesse internazionale che porterà a Milano visitatori da ogni parte del mondo, sarebbe opportuno ricordare a chiare lettere che il nostro più alto livello di sicurezza è rappresentato dalle diversità biologica, alimentare e culturale.