
Il presidente di turno della Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Ecowas), John Mahama incontra il colonnello Isaac Zida
Cinque giorni dopo le rivolte che hanno fatto cadere il presidente Blaise Compaoré, le parti in causa nella crisi del Burkina Faso, riunite a Ouagadougou, hanno raggiunto un accordo che prevede la formazione di un governo civile e l’avvio di una transizione. L’intesa è stata raggiunta ieri al termine di un’intensa giornata di trattative tra i militari, che hanno preso il potere dopo la fuga di Compaoré, e i rappresentanti politici, religiosi e della società civile. La trattativa ha visto anche la mediazione dei capi di Stato di Ghana, Senegal e Nigeria giunti nella capitale in rappresentanza della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas).
Tutte le parti hanno concordato il ristabilimento della Costituzione, sospesa dall’esercito, e hanno chiesto che la transizione si concluda nel novembre 2015 con le elezioni presidenziali e legislative e venga guidata da un’eminente personalità civile, che verrà designata nei prossimi giorni.
Su quest’ultimo punto, nel corso dei colloqui è emersa qualche incertezza in merito alla possibilità di un impasse sulla nomina del leader. Anche se il presidente di turno dell’Ecowas, il capo di Stato ghanese John Dramani Mahama, che ha condotto la mediazione assieme al nigeriano Goodluck Jonathan e al senegalese Macky Sall, ha spiegato “che a giorni, piuttosto che a settimane, saremo in grado di raggiungere un accordo e insediare un governo di transizione”.
Mahama, dopo aver incontrato il colonnello Isaac Zida, nuovo uomo forte del Burkina Faso, ha voluto sottolineare l’opportunità che i responsabili della transizione non si candidino alle prossime elezioni.
Oggi ad Accra è in programma un vertice straordinario della Cedeao/Ecowas dedicato alla crisi in Burkina Faso e alla diffusione dell’epidemia di Ebola nella regione.