L’imprenditore, banchiere e filantropo Álvaro Sobrinho ha individuato sul sito HowWeMadeItInAfrica cinque paesi sub-sahariani con enormi opportunità di investimento per il 2015. Secondo il businessman angolano, gli Stati che presentano le giuste condizioni per fare affari in Africa sono Tanzania, Angola, Mauritius, Botswana e Namibia. La prima nazione indicata da Sobrinho è la Tanzania, grande realtà dell’Africa orientale, che negli ultimi anni si è resa protagonista di una crescita economica forte e costante, confermata dal +7% del 2014.
Il paese ha senza dubbio tutti i requisiti per accrescere il suo crescente prestigio nella regione. La capitale Dar es Salaam sta rapidamente diventando un hub commerciale per le imprese, con una popolazione in crescita e un mercato in piena fase di sviluppo. Le recenti scoperte di importanti giacimenti di gas naturale off-shore offrono enormi potenzialità, anche se prima dovrà essere organizzata la gestione di tali progetti, che con le elezioni alle porte potrebbero subire una fase di stallo. Secondo Sobrinho, sarebbe meglio puntare su un settore già interessato da massicci investimenti e fortemente sostenuto dal governo, quello delle infrastrutture di trasporto e della logistica.
Un comparto che va tenuto in considerazione anche per il fatto che si tratta di un bacino di utenza che comprende non solo la Tanzania, ma tutti i paesi che si servono del porto di Dar-es-Salaam, in quanto privi di uno sbocco al mare diretto, come Zambia, R.d. Congo, Malawi, Ruanda, Burundi e Uganda. Anche se va precisato che il porto di Dar es Salaam non è del tutto efficiente, in quanto risente dell’aumento del traffico merci. Tuttavia, è in fase di ampliamento per ridurre nettamente i lunghi tempi di attesa per il carico e aumentare la capacità operativa.
Senza dimenticare, il progetto di dieci miliardi di dollari per la costruzione di un nuovo porto a Bagamoyo, nella regione di Pwani, che potrebbe offrire nuove opportunità di sviluppo economico, non solo alla Tanzania, ma anche ai paesi limitrofi. Per queste ragioni, lo sviluppo dei trasporti comporterà nuove e interessanti opportunità da sfruttare, soprattutto attraverso rinnovate forme di cooperazione a lungo termine tra il settore pubblico e quello privato.
Dopo la Tanzania, l’imprenditore angolano, include nella top five il suo paese natale, dove il petrolio e i proventi che ne derivano dominano la scena economica, ma ci sono anche altri settori interessanti sono in continua crescita. Tra tutti quello dell’agricoltura, che promette un significativo potenziale di sviluppo rapido e al tempo stesso sostenibile. L’Angola ha alle sue spalle una la lunga tradizione nel settore e un tempo era il quarto più grande produttore di caffè al mondo.
Il governo angolano ha annunciato l’intenzione di produrre 2,5 milioni di tonnellate di cereali all’anno a partire dal 2017 (da 1 milione di oggi) e di aumentare la produzione di manioca del 25%. L’esecutivo di Luanda ha anche avviato un processo di consolidamento di alcuni progetti agroalimentari su media e larga scala per migliorare l’efficienza e la produttività. E in aggiunta sta investendo in nuove tecnologie e dando vita a partnership basate sulla ricerca e sullo sviluppo di soluzioni innovative, insieme a grandi economie emergenti come il Brasile.
Il terzo paese che riscuote i favori di Sobrinho sono le isole Mauritius. Su questa scelta si potrebbe opinare che rispetto al boom di alcune economie africane, il tasso di crescita annuo dell’arcipelago, di circa il 3-3,5%, appare relativamente modesto; ma l’ambiente economico, la stabilità politica e gli incentivi per favorire l’investimento sono senza dubbio tra i migliori del continente. Oltre ad avere tra i più bassi prezzi di produzione e imposte sul reddito a livello mondiale, le Mauritius sono anche avvantaggiate da un sistema favorevole sul credito d’imposta estero.
Senza tralasciare, che nell’ultima decade le Mauritius hanno già siglato 21 trattati con altrettanti paesi africani e hanno gestito circa il 40% degli investimenti diretti stranieri nell’India grazie ad accordi fiscali favorevoli con Nuova Delhi. Inoltre, dopo Johannesburg la capitale Port Louis è il secondo più importante centro finanziario in Africa e la città con il più alto reddito pro capite di tutto il continente. Da segnalare, infine, che il piccolo paese insulare sta investendo anche nelle rinnovabili, con la realizzazioni di impianti ad energia solare, eolica e geotermica
Il quarto reliable business country di Sobrinho è il Botswana, promosso nel novembre scorso, per il quarto anno consecutivo, paese più prospero dell’intero continente africano dal Legatum Insitute di Londra nel suo annuale Africa Prosperity Report. Un’ulteriore conferma dei risultati straordinari raggiunti negli ultimi anni da Gaborone a livello economico e istituzionale, che consentono alla nazione dell’Africa australe di classificarsi al primo posto in termini di Pil pro capite (15.751,9 $), confermandosi come la più virtuosa del continente anche in materia di buon governo, livello d’istruzione e libertà personale.
E anche se il Botswana continua a confrontarsi con due seri problemi, come la scarsità di risorse idriche su buona parte del territorio e la diffusione dell’Aids (contro cui sta peraltro combattendo con efficacia), non c’è comunque alcun dubbio sull’ottima reputazione del paese per la stabilità e la sicurezza in termini di investimenti. Nello specifico, il Botswana continua ad espandersi nel settore minerario, in particolare riguardo alla produzione di carbone.
Vi è anche un particolare interesse nel settore delle energie rinnovabili, in gran parte dovuto al fatto che il Botswana attualmente importa l’80% del suo fabbisogno energetico. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo dell’autosufficienza energetica, il governo ha in cantiere numerosi progetti per migliorare la connessione con i paesi vicini ma anche per lo sviluppo di energie rinnovabili, con particolare riguardo alla filiera fotovoltaica.
Chiude la lista la Namibia, stabilmente classificata come uno dei paesi migliori per fare affari in Africa, con una solida economia e una posizione geografica invidiabile che, a livello regionale, la rende la porta di ingresso per le imprese straniere che intendono entrare nel mercato sudafricano. Oltre a un regime fiscale interessante per i capitali stranieri, il paese dispone di infrastrutture di alto livello atte a garantirvi l’insediamento di ogni sorta di aziende e a creare un contesto idoneo per il commercio.
E’ anche importante rilevare che dopo aver ridotto con successo le crescenti pressioni inflazionistiche, il governo di Windhoek ha posto speciale attenzione sul settore manifatturiero. Altro punto di forza della nazione dell’Africa meridionale sono la grande quantità di risorse naturali presenti nel suo sottosuolo tra cui oro, diamanti, uranio, piombo, zinco, pietre semipreziose, minerali industriali e rame.
Inoltre, la Namibia con una popolazione di poco più di due milioni di abitanti vanta uno dei Pil pro-capite tra i più elevati dell’Africa (4581.75 $ nel 2013), che, secondo la classificazione della Banca Mondiale, la qualificano come upper middle income country. Nel complesso, nonostante le sue dimensioni limitate, la Namibia si presenta come un mercato attraente caratterizzato da una complessiva stabilità politica e macroeconomica, oltre che da una buona dotazione infrastrutturale.
Da leggere: Italia terzo investitore http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-06-22/africa-nuova-frontiera-business-italia-e-terzo-investitore-151856.shtml?uuid=AE3cJnjB&refresh_ce=1