Expo, il Congo si presenta a Roma tra cultura e sviluppo

L’ambasciatore della Repubblica democratica del Congo, Albert Tshiseleka Fehla, all’inaugurazione della mostra-vetrina dedicata al suo paese nella cornice di Roma verso Expo

La Repubblica democratica del Congo, che parteciperà all’Expo di Milano 2015, giovedì scorso si è presentata al pubblico italiano inaugurando, nella cornice di “Roma verso Expo”, una mostra-vetrina sul paese all’interno del Complesso del Vittoriano, visitabile fino al 16 aprile. All’inaugurazione hanno partecipato l’ambasciatore Albert Tshiseleka Fehla e il presidente della Camera di commercio ItaliAfrica centrale Alfredo Cestari. L’ambasciatore congolese ha dichiarato: “il nostro è un paese ricchissimo di risorse naturali, minerali, turistiche, energetiche e culturali ed è sulla buona strada per lo sviluppo, ma per questo abbiamo bisogno di nuove aperture e di nuove collaborazioni”.

Il diplomatico ha inoltre insistito in particolare sulla necessità di “favorire la meccanizzazione dell’agricoltura del paese, il cui fabbisogno alimentare è in gran parte soddisfatto grazie all’utilizzo sostenibile delle risorse naturali ed ha ribadito la volontà politica del governo di sviluppare collaborazioni economiche e sociali”.

Il Congo è caratterizzato appunto da un tasso altissimo di biodiversità e da un elevato potenziale agricolo scaturente da livelli di precipitazioni eccezionali durante tutto l’anno. Il fabbisogno alimentare della maggior parte della popolazione congolese, costituita da 250 etnie e strutturata su 450 tribù, è soddisfatto grazie all’utilizzo sostenibile dalle risorse naturali.

Il paese parteciperà a Expo Milano 2015 con uno spazio espositivo di 125 metri quadri all’interno del cluster Frutta e legumi. Per l’occasione, il Congo intende mostrare al mondo caratteristiche e peculiarità della propria produzione agricola e proporre nuovi percorsi da intraprendere per valorizzarla.

Per questo, spiega Alfreso Cestari: “in Expo il Paese porterà all’attenzione degli investitori occidentali i propri progetti di sviluppo in settori strategici: posso annunciare che a maggio risulteranno aperte gare nei settori dell’energia, itticoltura, acqua, agricoltura, sicurezza alimentare, protezione ambientale, infrastrutture ed altre saranno pubblicate immediatamente dopo nei settori trasporti, sanità, scuola. Tutto per centinaia di milioni di investimento”.

Cenni storici e prospettive di crescita economica

Il paese africano ha ottenuto l’indipendenza dal Belgio il 30 giugno 1960, ma subito dopo questo evento piombò in una drammatica guerra civile, culminata sei mesi dopo nell’uccisione del primo ministro Patrice Émery Lumumba, nella secessione del Katanga a opera di Moïse Kapenda Tshombé e nella ribellione di alcune province.

Il primo agosto 1964 la nazione si diede la prima Costituzione, ma nel novembre del 1965 il generale Mobutu Sese Seko, leader del Movimento popolare della rivoluzione (Mpr), esonerò il presidente Joseph Kasa-Vubu e assunse le redini del paese instaurando un regime fortemente autoritario, appoggiato sul piano internazionale dagli Stati Uniti e dal Belgio.

Dopo trent’anni di dittatura di Mobutu e quattro anni di guerra civile che coinvolse ben otto nazioni africane, nel 2003 la Repubblica democratica del Congo ha iniziato una transizione verso la democrazia.

In base alla nuova Costituzione del 2005, che sostituisce quella transitoria del 2003, il presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale con mandato di cinque anni ed è rieleggibile una sola volta, al fine di evitare il prolungarsi di presidenze pluridecennali, consuetudine che in Africa vanta molti precedenti.

L’istruzione elementare è obbligatoria e gratuita. In base alle più recenti stime del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, la percentuale di analfabeti è relativamente contenuta (38,8%) per un paese gravato da lunghi anni di guerriglia, grazie anche all’apporto delle scuole religiose tenute dai missionari.

La Repubblica democratica del Congo è uno dei paesi africani più ricchi di materie prime, ma la sua economia continua a essere arretrata a causa della mancanza di infrastrutture e dei conflitti interni nella regione orientale, che da lungo tempo la travagliano.

La sua superficie è pari a 2,3 milioni km2 e si estende per l’equivalente di due terzi dell’Unione europea. Il Congo è il terzo paese dell’Africa sub-sahariana in termini di popolazione con quasi 70 milioni di abitanti, dei quali poco meno del 40% vive in aree urbane, secondo le ultime stime dell’Istituto nazionale di statistica.

Con 80 milioni di ettari di terra coltivabile e oltre 1.100 qualità di minerali e metalli preziosi, la Repubblica democratica del Congo ha il potenziale per essere uno dei paesi più ricchi dell’Africa e un driver per la crescita del continente.

Le ultime valutazioni della Banca mondiale indicano che l’economia congolese ha cominciato a crescere nel 2010, con un aumento del Pil reale del 6,1%, registrando un aumento del 3,3% dal 2009, in gran parte determinato dalle attività estrattive. Alla crescita del Pil hanno contribuito anche gli investimenti pubblici. Da segnalare, la drastica riduzione dell’inflazione, che nel 2009 si attestava a un macroscopico 53% e in breve tempo è andata riducendosi fino a scendere nel 2013 all’1%, grazie all’attuazione di politiche fiscali e monetarie prudenti da parte del governo.

La Banca Mondiale indica pure che le prospettive a medio termine del paese africano sono positive, con l’economia che dovrebbe continuare a crescere costantemente nel medio termine tra circa il 7 e l’8%, soprattutto a seguito di un aumento degli investimenti nelle industrie estrattive e nel settore dell’ingegneria civile.

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