La missione delle Nazioni Unite per l’Ebola Emergency Response (Unmeer) ha lanciato un appello alla popolazione della Repubblica di Guinea perché “sostenga e collabori con gli addetti nazionali e internazionali alla lotta contro l’ebola”. L’organismo dell’Onu ha affermato che nel paese la lotta al virus è a rischio a causa delle violenze che stanno scuotendo alcune zone occidentali. L’Unmeer sottolinea come “gli incidenti degli ultimi giorni hanno seriamente ostacolato il lavoro degli operatori umanitari”.
Gli episodi più gravi, che hanno anche messo a rischio il trattamento delle persone colpite, si sono registrati a Kamsar, un importante centro minerario a 300 chilometri da Conakry, nella provincia di Boké, dove nelle ultime settimane si è registrato un picco di nuovi casi di febbre emorragica. Sempre nella provincia di Boké, nella prefettura di Fria sono stati attaccati alcuni operatori locali impegnati a sensibilizzare la popolazione sulla minaccia di ebola e un’ambulanza è stata bruciata a Tanéné.
Gli episodi di violenza sarebbero legati a credenze infondate, secondo le quali la malattia sarebbe propagata dagli stessi operatori sanitari. Mentre la diffidenza nei confronti della sanità locale e dei suoi partner internazionali è all’origine dell’aumento dei casi di ebola in Guinea (secondo gli ultimi dati, i contagiati sono 3.653 con 2.426 morti, pari al 66,4%), dove a differenza di Liberia e Sierra Leone, la situazione rimane preoccupante. Oltre ad aver danneggiato alcuni edifici pubblici, le violente proteste hanno spinto la Croce Rossa a ritirare i propri operatori dalla regione, pregiudicando gli sforzi per fermare la diffusione del virus nella vicina Guinea-Bissau.
Corinne Ambler, coordinatore comunicazioni regionali presso la Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ficr), ha spiegato che in Guinea, negli ultimi mesi, i casi di febbre emorragica sono drasticamente diminuiti, sebbene l’ostilità alla campagna anti-ebola ostacoli ancora gli sforzi per debellare completamente il virus, come è avvenuto nella vicina Liberia.
Secondo gli operatori sanitari impegnati nel paese, rimane presente il rischio che l’ebola possa diffondersi dalla Guinea alla Guinea Bissau. Una relazione dello scorso novembre dell’Organizzazione mondiale per la sanità giudica “fragile” il sistema sanitario dell’ex colonia portoghese, sottolineando che i suoi laboratori non sono nemmeno in grado di diagnosticare il virus. Il coordinatore nazionale della lotta contro ebola, Sékoba Keita, ha affermato che “comportamenti scorretti della popolazione, come tenere i malati a casa invece che affidarli ai centri sanitari, contribuiscono a diffondere la malattia”.