Nell’ultima settimana i morti causati dalla furia omicida di Boko Haram sono stati oltre duecento. Un autentico bagno di sangue provocato dall’intensificazione degli attacchi, in ottemperanza alle direttive dello Stato Islamico di aumentare gli attentati durante il mese sacro del Ramadan. L’escalation trova risposta anche nel sostegno espresso domenica dal dipartimento di Stato Usa agli sforzi compiuti da Abuja per sconfiggere il gruppo islamista.
Un appoggio che verrà ufficialmente confermato il prossimo 20 luglio, quando il presidente nigeriano Muhammadu Buhari sarà ricevuto a Washington da Barack Obama.
Un incontro che, stando alle anticipazioni fornite dalla stampa statunitense, sarà incentrato proprio sulla strategia da perseguire nella lotta contro Boko Haram e servirà a rilanciare la cooperazione militare e di intelligence con Washington che, come ha scritto il New York Times, si è andata sfilacciando costantemente negli ultimi anni dell’amministrazione Jonathan.
Finora, nella lotta contro Boko Haram, Buhari ha adottato una strategia rivelatasi più efficace di quella messa in atto dal suo predecessore. Del resto, il nuovo capo di Stato nigeriano, nel corso della campagna elettorale, aveva promesso di chiudere i conti con Boko Haram nell’arco di sei mesi.
Per fare ciò, ha trasferito il quartier generale delle truppe impegnate nel contrasto agli islamisti a Maiduguri, la storica roccaforte bokoharamista nel nord-est della Nigeria, avviando al contempo uno sforzo diplomatico teso alla formazione di una coalizione di Stati composta da Nigeria, Niger, Ciad, Camerun e Benin per mettere in campo una forza militare adeguata ad affrontare il problema di Boko Haram.
Nei primi tre mesi del suo mandato, all’uomo forte di Abuja va riconosciuto l’indubbio merito di aver capito che la Nigeria non può affrontare da sola una minaccia di tale entità.
Intervista: In Nigeria è un’apocalisse
Di seguito, il link della mia intervista pubblicata oggi dal Giornale di Sicilia, riguardo il pericolo di Boko Haram in Nigeria e la minaccia del terrorismo islamista in Africa