Hollywood guarda al boom del fatturato di Nollywood

Nel 1992 Kenneth Nnebue, un venditore nigeriano di componenti elettronici, con un budget di soli 12mila dollari produsse e sceneggiò un video-film intitolato “Living in Bondage”, storia di occultismo diretta dal regista Chris Obi-Rapu, registrata e distribuita su un’enorme partita di Vhs. Nnebue non poteva certo immaginare che la pellicola avrebbe ottenuto un clamoroso successo e la formula commerciale adottata si sarebbe rivelata vincente, tanto da vendere oltre un milione di copie.

Tantomeno, poteva prevedere che la grande affermazione del film avrebbe creato una delle più importanti industrie cinematografiche del mondo: Nollywood, che, in poco più di vent’anni, è arrivata a produrre quasi duemila film all’anno con un fatturato da capogiro. L’industria cinematografica nigeriana, nata dal basso e sviluppatasi grazie alla trasformazione tecnologica, nel corso degli anni ha realizzato una produzione straordinaria nei numeri e nei contenuti. Secondo la Cnn, Nollywood già nel 2004 aveva un giro d’affari di 250 milioni di dollari con una distribuzione di circa duecento home video ogni mese; mentre uno studio condotto nel 2009 dall’Istituto di Statistica dell’Uesco, ha rilevato che nel 2006 la produzione di film in Nigeria aveva sorpassato quella statunitense, collocandosi al secondo posto nel mondo dopo l’industria cinematografica indiana di Bollywood.

Poi, lo scorso anno, il governo nigeriano ha diffuso per la prima volta i dati sulla produzione di Nollywood, stabilendo che da sola rappresenta il 5% del prodotto interno lordo del paese, costituendo il settore che impiega il maggior numero di dipendenti dopo l’agricoltura per un valore di 3 miliardi e 300 milioni di dollari di fatturato, con 1844 film prodotti nel solo 2013.

Nollywood si è sviluppata anche grazie al rapporto con il mezzo televisivo, che ha incentivato la produzione in quantità e qualità, ma il successo iniziale è stato originato dalla scelta di molti imprenditori nigeriani di investire nei supporti vhs prima e in seguito dvd, consentendo in questo modo a molti registi locali di realizzare rapidamente film per il cinema e per la tv, la maggior parte dei quali prodotta nelle lingue locali yoruba, hausa e igbo, ma parecchi anche in inglese.

Da notare, che le pellicole prodotte oggi a Nollywood ricalcano ancora le caratteristiche di “Living in Bondage” essendo realizzate in meno di due mesi, con budget ridotti, che spesso non superano i 15mila dollari, e vendute sulle bancarelle dei mercatini o nei negozi, a due dollari a copia (stesso prezzo anche quando il dvd ha sostituito il vhs). Per questo, i “fast food”, come vengono spesso chiamati lungometraggi di Nollywood, sono caratterizzati da una filmografia composta in prevalenza da commedie, storie d’amore, horror di matrice religiosa e pellicole d’azione, che diffondono elementi tradizionali e culturali mirando a ricreare dinamiche sociali del quotidiano. Contenuti che garantiscono il successo in patria, ma permettono di raggiungere anche il resto del continente africano e anche la diaspora sparsa per li mondo, alla quale si rivolgono nuovi canali di distribuzione online come iROKOtv, il sito della tv on demand.

I finanziamenti necessari per la produzione arrivano dal veloce sistema di diffusione e di vendita, con il vantaggio notevole che per la maggior parte dei film, non si hanno grandi costi di produzione. Tuttavia, secondo il produttore cinematografico nigeriano e finanziere Yewande Sadiku, la nota industria ha un estremo bisogno di una ristrutturazione finanziaria e di risolvere definitivamente l’annoso problema della pirateria, che costringe i produttori a ingaggiare una gara di velocità contro i contraffattori, nonostante il governo abbia promulgato leggi severe che prevedono anche l’arresto per la violazione del copyright cinematografico e la pirateria online.

Molti addetti ai lavori, tra cui il produttore Kunle Afolayan, sono dell’opinione che non si sia fatto abbastanza per reprimere il fenomeno, che secondo l’Ufficio statistiche della Nigeria assorbe gran parte delle entrate. Ciononostante, la fama e il fatturato di Nollywood hanno raggiunto anche gli Stati Uniti, che negli ultimi mesi stanno dimostrando sempre maggiore interesse verso la seconda industria cinematografica mondiale.

Lo dimostra la missione dell’assistente del Segretario di Stato per gli affari economici e commerciali, l’ambasciatore Charles Rivkin, che insieme ai suoi collaboratori, lunedì scorso, ha incontrato a Lagos una delegazione di alto profilo per discutere le sfide e le prospettive economiche di una compartecipazione statunitense nelle attività di produzione di Nollywood. Nel corso dell’incontro si è anche discusso delle misure da intraprendere per proteggere i diritti di proprietà intellettuale, in particolare nella distribuzione delle pellicole online. Tutto per trovare un terreno comune tra la seconda e la terza industria cinematografica del mondo.

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