I piani petroliferi dell’Uganda percorrono la Tanzania

Kampala e Arusha stanno progettando di costruire un oleodotto sulle coste della Tanzania per sfruttare i giacimenti petroliferi scoperti dieci anni fa in Uganda. L’annuncio è arrivato martedì scorso al termine di un incontro tra il presidente ugandese Yoweri Museveni e il suo omologo tanzaniano John Magufuli. L’Uganda non ha uno sbocco al mare e originariamente aveva reputato di affidarsi al Kenya per costruire una pipeline.

Per questo, la manovra potrebbe assestare un duro colpo ai piani di gasdotti in Kenya, che a sua volta sta iniziando a sfruttare propri giacimenti. Il problema è che, sebbene Nairobi avrebbe diviso i costi con l’Uganda, la linea doveva passare vicino alla frontiera keniana, regione pericolosa perché soggetta ai continui attacchi dei miliziani jihadisti di al-Shabaab.

Il gasdotto avrà un costo di circa 4 miliardi di dollari e prevede l’impiego di almeno 15mila persone per la realizzazione di una pipeline di 1.120 chilometri tra il porto nord-orientale tanzaniano di Tanga e l’Uganda. James Mataragio, amministratore delegato della compagnia statale Tanzania Petroleum Development Corp ha dichiarato che l’intenzione dei due governi è di realizzare molto velocemente il progetto.

L’opera servirà anche per sfruttare le grandi riserve di gas naturale della Tanzania, che peraltro ha forti legami storici con l’Uganda, come dimostra il sostegno che Arusha diede a Museveni dopo il golpe del 1986, che determinò la sua ascesa al potere.

Lo scorso agosto, Museveni e il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta si erano incontrati per avviare la realizzazione dell’oleodotto attraverso la regione settentrionale del Kenya. Ma poche settimane dopo, è arrivato l’annuncio da parte di Kampala che era in fase di studio come possibile alternativa un percorso attraverso la Tanzania. Poi, ad ottobre il governo ugandese ha dichiarato che stava considerando l’opportunità di esportare il suo greggio attraverso la Tanzania, privilegiando quest’opzione per un costo inferiore a quello del percorso keniano, stimato circa 4,5 miliardi di dollari.

La questione dell’oleodotto è di fondamentale importanza sia per l’Uganda sia per il Kenya, che fanno molto affidamento sulle risorse petrolifere per un’ulteriore crescita delle loro economie. Inoltre, è dalla costruzione di questa infrastruttura che dipendono gli investimenti delle grandi compagnie petrolifere nei due paesi, dove oltre alla francese Total sono presenti anche la cinese Cnooc e la britannica Tullow Oil.

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