Wakaliwood: il nuovo cinema africano in uno slum ugandese

Scene di lotta, calci volanti, sparatorie, inseguimenti, esplosioni e acrobazie di ogni genere, il tutto confezionato con vera passione per il cinema, creatività, scarsissime risorse ed effetti speciali rudimentali. Benvenuti a Wakaliwood, la prima industria africana specializzata nella produzione di film d’azione. A questa particolarissima esperienza e al suo protagonista, Isaac Godfrey Nabwana, è dedicato un articolo di Giusy Baioni pubblicato dal settimanale Africa. 

Siamo a Wakaliga, una baraccopoli alla periferia di Kampala, la capitale dell’Uganda. E’ qui che Isaac Godfrey Nabwana ha fondato la Ramon film production conivolgendo nel suo sogno i poverissimi abitanti come attori, scenografi, distributori. Regista, produttore, cameraman e montatore, Isaac ha prodotto 46 film in nove anni ispirandosi alle pellicole d’azione occidentali, a partire da quelle che vedeva da bambino e che avevano come protagonisti Chuck Norris, Bruce Lee, Arnold Schwarzenegger, Bud Spencer.

Il tutto calato però nella realtà ugandese e anche nelle sue drammatiche esperienze personali. Per fare un esempio, uno dei suoi massimi successi, Chi ha ucciso il capitano Alex, ripercorre i drammatici giorni della dittatura di Idi Amin. Produrre un film costa pochissimo: il budget è inferiore ai duecento euro. Gli effetti speciali sono ottenuti con rudimentali effetti al computer e grazie all’opera di truccatori. Il sangue, che in molte di queste pellicole scorre a fiumi, è ottenuto con colorante alimentare contenuto in un condom.

Gli studi della casa di produzione sono una dependance dell’umile abitazione di Isaac: una stanzetta con pc e attrezzature per l’editing. Gli strumenti di scena invece, sono assemblati da Dauda Bisaso, attore e meccanico-fabbro. Le sue creazioni nascono da materiale di fortuna. Può assemblare un’enorme mitragliatrice utilizzando pezzi di motori e altri ingranaggi recuperati in discarica.

La Ramon produce i suoi film in Luganda, il dialetto dei Buganda, la più grande tribù dell’Uganda. Di recente, su richiesta della classe ugandese più agiata, che sta dimostrando un certo interesse per il suo lavoro, ha aggiunto la possibilità di vedere i suoi dvd sottotitolati in inglese. Appena termina il montaggio, i dvd vengono venduti porta a porta dallo stesso cast di attori che così si guadagnano il meritato compenso.

Una copia costa meno di un euro e ne vengono vendute dalle seicento alle mille. Quindi la casa di produzione “è ampiamente in attivo”, come afferma con orgoglio lo stesso Isaac . “Il pubblico cresce e all’estero aumenta l’attenzione nei nostri confronti”, continua Isaac che non smette di sognare in grande: “La prossima volta che tornerete a trovarmi in questo slum vedrete con i vostri occhi i più begli action studios del mondo”.

Ma se in Uganda l’industria del cinema prende il volo, in altri paesi dell’Africa vive un momento molto buio. L’articolo si sofferma soprattutto sulla situazione della Repubblica democratica del Congo, dove nella capitale Kinshasa l’ultima sala ha chiuso nel 2004.

La colpa è della crisi economica, dei dvd piratati ma anche del fanatismo e della campagna demonizzatrice delle Chiese cristiane, sette evangeliche e pentecostali che mischiano superstizione e Vangelo. Alla morte del cinema in Congo è dedicato il film La Belle at the Movies di Cecilia Zoppelletto.

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