Stati Uniti e alleati, ma anche i russi ripetono che l’Isis è in ritirata ed effettivamente la portata attuale dei territori popolati sotto il suo controllo, stando a un rapporto diffuso il 4 agosto dalla Bbc, si è ridotta del 40% in Iraq e del 15-20 % in Siria: un drastico ridimensionamento per un movimento che negli ultimi tre anni era riuscito ad espandersi fino a diventare una forza di rilevanza globale.
Per cercare di fare chiarezza sull’attuale capacità offensiva e sulla crisi di liquidità dello Stato Islamico sono stato intervistato dal Giornale di Sicilia, che mi ha posto vari quesiti, a cominciare dalle nuove tattiche di insorgenza messe in atto dai baghdadisti.
Negli ultimi mesi, per contrastare la perdita di ampie porzioni territoriali, l’Isis sta evolvendo rapidamente la sua strategia. Invece di concentrarsi sul controllo del territorio, il gruppo sta mettendo in atto un’azione di contrasto per ottenere la flessibilità e la mobilità necessaria per organizzare attacchi mordi e fuggi, nel tentativo di indebolire gradualmente l’offensiva nemica. Tutto ciò, rende plausibile che a breve-medio termine la minaccia dello Stato Islamico non verrà neutralizzata (…)