Una Marcia della pace per smuovere l’Onu e l’Unione europea

In occasione della presentazione della Marcia della Pace Perugia-Assisi 2016 (ieri a Roma nella sede della Federazione nazionale della stampa) sul tavolo dei relatori c’erano due bandiere piegate: una dell’Unione europea e l’altra dell’Onu. Un gesto simbolico attuato dal coordinatore nazionale della Tavola della Pace, Flavio Lotti, per richiamare l’attenzione dei due organismi sulla necessità di fermare le guerre in corso.

Lotti ha poi spiegato che «è arrivato il momento di reagire cessando di continuare ad assistere inerti alle stragi. Per questo, domenica cammineremo lungo la strada tracciata 55 anni fa da Aldo Capitini, assumendoci la responsabilità di dire basta e costruire la pace». Il coordinatore nazionale della Tavola della Pace ha quindi sottolineato «l’urgente necessità di una politica di pace e di dare una risposta al grido di dolore che arriva da coloro che perdono la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, dai siriani che vivono nel quotidiano terrore dei bombardamenti ad Aleppo e dalle città dove la guerra continua a dettare legge. Non a caso, quella di domenica sarà la più imponente manifestazione contro il conflitto in Siria».

Ha precisato infatti che «fino al 4 ottobre, ben 464 comuni hanno confermato la loro presenza con delegazioni e lo stesso hanno fatto 90 province su 105 in totale. Mentre le adesioni complessive di associazioni e istituzioni sono 769. Le scuole presenti all’iniziativa sono 102, una presenza massiccia di istituti scolastici, che non registra nessun’altra manifestazione italiana».

Il portavoce della Rete della Pace, Sergio Bassoli, ha sottolineato «come tra le numerosissime adesioni ci saranno anche le principali reti dei paesi arabi, che si impegnano quotidianamente per affermare i valori che hanno guidato le Primavere arabe». Bassoli ha poi messo in evidenza che alla Marcia interverranno anche figure di grande rilievo come Houcine Abassi, Segretario generale dell’Unione tunisina del lavoro, una delle organizzazioni della società civile che compongono il “Tunisian national dialogue quartet”, il quartetto per il dialogo in Tunisia, vincitore del Premio Nobel per la pace nel 2015.

Altro personaggio di indubbio spessore, che ha assicurato la sua presenza all’evento è l’egiziano Kamal Abbas, leader della Federazione di sindacati indipendenti. Abbas, 61 anni, passato dalla catena di montaggio di un’acciaieria all’organizzazione delle rivendicazioni salariali in Egitto, aveva incontrato due volte il giovane ricercatore italiano Giulio Regeni, prima della suo rapimento e uccisione.

Alla Marcia ci sarà anche Nermin al-Sharif, responsabile del sindacato dei portuali e dei marittimi in Libia, scampata nel novembre 2015 a un attentato del gruppo Stato islamico (Is) nei pressi di Bengasi. Al-Sharif, nota attivista per i diritti delle donne nel mondo arabo, è stata costretta a lasciare il suo paese. Infine, ha assicurato la sua presenza anche la giornalista e scrittrice italiana Luciana Castellina, compagna di viaggio della prima ora del movimento per la pace in Italia, nota per il suo impegno politico nelle file del Pci e presidente onoraria dell’Arci dal 2014.

Anche padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, ha rivolto, al telefono, un invito generale a partecipare e a portare la sete di pace presso la tomba di San Francesco: «Desideriamo incontrare tutti per sensibilizzare e vincere l’indifferenza che rende la vita sterile e senza pace».

Da segnalare la non adesione alla manifestazione del Movimento Nonviolento, che pure è stato fondato da Aldo Capitini, ideatore della marcia. Il Movimento Nonviolento fa parte della Rete della pace e nelle scorse settimane ha reso noto un documento nel quale argomenta le ragioni della scelta. Spiega che l’appello “Contro la violenza e l’indifferenza” lanciato dagli organizzatori, contiene affermazioni «troppo generiche, prive di qualunque impegno e obiettivo politico stringente all’altezza della tragica realtà dei nostri tempi».

Rivolgendosi soprattutto alle Reti che hanno voluto l’Arena di Pace e Disarmo (25 aprile 2014) e che ora sono impegnate a gestire la comune “Un’altra difesa è possibile”, il movimento Nonviolento ribadisce che «l’unità del movimento la si costruisce quotidianamente impegnandosi a fondo sui contenuti».

Articolo pubblicato su Nigrizia.it

Categorie: Diritti umani | Lascia un commento

Navigazione articolo

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Il Blog di Roberto Iovacchini

Prima leggo, poi scrivo.

Farfalle e trincee

Viaggi e Storie sulla Via della seta

Café Africa

Conversations on a continent to be known

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: