Africa occidentale, in forte crescita le truffe informatiche

Un rapporto Trend Micro Incorporated-Interpol rileva che in Africa occidentale le truffe informatiche sono in crescita, grazie ad una nuova generazione di cyber-criminali sempre più preparata e scaltra. Lo studio mirato ad analizzare la diffusione del fenomeno in undici paesi della regione e individuare modi efficaci per ridurne l’impatto sull’economia sommersa ha rilevato che quest’attività colpisce singoli individui e grandi aziende.

Nei paesi esaminati, dal 2013, le truffe informatiche subite da singoli individui e dalle imprese sono cresciute in maniera esponenziale. Inoltre, il report stabilisce che nell’Africa occidentale le attività cyber-criminali sono prevalentemente messe in atto dai cosiddetti “Yahoo boys” e dai criminali informatici di livello superiore. I primi hanno guadagnato l’appellativo per la loro dipendenza dalle applicazioni di Yahoo per comunicare sulla rete.

Questi giovani, che riempiono gli internet cafè per lanciare email in cui promettono favolosi guadagni in cambio di un contributo al confronto irrisorio, nei primi anni 2000 sono diventati il principale tipo di cyber-criminale nella vasta regione. Le loro frodi online si concentrano su sistemi tecnicamente meno avanzati, mentre i criminali informatici di livello superiore sono in grado di eseguire attacchi più sofisticati, come le truffe fiscali e le truffe Business Email Compromise (Bec), capaci di frodare aziende in tutto il mondo.

Il più noto tra quest’ultimo tipo di raggiri è “la cosiddetta truffa del Ceo”, che vede i cyber-criminalipresentarsi come dirigenti di alto livello per entrare in possesso dell’account email di una figura executive dell’azienda,allo scopo di deviare ingenti somme di denaro su conti fraudolenti.

Gli attacchi più complessi richiedono naturalmente più tempo e investimenti, ma lo studio calcola che una truffa BEC rende in media140miladollari, ricompensando ampiamenteil tempo e il maggior impegno profuso.

Il documento esamina pure le diverse peculiarità culturali e antropologiche, che contribuiscono a plasmare la mentalità del criminale informatico dell’Africa occidentale. Per esempio, alcuni cyber-criminali in Ghana partecipano a Sakawa, una pratica rituale di frodi online che si concentra attorno a un “essere supremo”, che benedice i criminali con la sua protezione. Sakawa trova anche una sorta di spiegazione etica nell’incoraggiare i truffatori informatici a imbrogliare vittime straniere, prevalentemente occidentali, presentando il raggiro come un mezzo per sfuggire alla povertà.

Lo studio congiunto dimostra inoltre che in tutta la regione i criminali sono sempre più scaltri. Per questo, sottolinea comein futuro questo mercato sotterraneo emergente richiederà una risposta ancora più forte da parte delle forze dell’ordine, sia in termini di formazione per gli investigatori sia garantendo l’adozione di unalegislazione appropriata.

Oltre alla costruzione della consapevolezza riguardo i problemi legati alla criminalità informatica in tutta l’Africa occidentale, la ricerca evidenzia anche l’importanza dei partenariati pubblico-privato per identificare e arrestare i criminali, così come la necessità di educare le imprese ei governi sull’evoluzione delle minacce informatiche.

Nella parte finale, la relazione fa riferimento alla lunga collaborazione tra Trend Micro e Interpol per rendere il mondo digitale più sicuro per tutti. Una cooperazione che nel 2016 ha portato all’arresto di un cittadino nigeriano, che con le truffe BEC aveva estorto sessanta milioni di dollari ad aziende di tutto il mondo.

Articolo pubblicato su Nigrizia.it

Categorie: Nuove tecnologie | Lascia un commento

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