L’ampliamento nel settore delle energie rinnovabili potrebbe offrire una soluzione sostenibile per rispondere alla crescente domanda di elettricità dell’Africa, che dovrebbe triplicare entro il 2030, mentre in buona parte del continente non esistono ancora reti in grado di trasportare l’energia elettrica da una grande centrale fino ai luoghi di utilizzo. Una lacuna che potrebbe essere compensata dalle nuove tecnologie, come il solare o l’eolico.
Tecnologie che presentano numerose caratteristiche che ben si adattano a una realtà demografica e geografica come quella delle grandi aree rurali africane. Sulla questione dello sviluppo dell’energia verde in Africa sono da evidenziare, le considerazioni di Adam Green, ricercatore dell’Economist intelligence unit (Eiu), che in un recente studio sponsorizzato dall’azienda ingegneristica Ihs Tower, paragona il settore dell’energia verde in Africa a quello delle comunicazioni mobili di un decennio fa, all’epoca del boom nel continente.
Secondo Green, nel settore delle telecomunicazioni, la mancanza d’infrastrutture fisse ha scatenato la diffusione dei telefoni cellulari in tutta l’Africa, dove questi apparecchi e i servizi che offrono sono arrivati in territori mai raggiunti dalle linee fisse. E secondo lo studioso dell’Eiu, qualcosa di simile sta avvenendo nel rapporto tra l’energia rinnovabile e quella tradizionale.
Tuttavia, la strada che l’Africa deve percorrere prima di affermarsi a livello mondiale nel settore delle rinnovabili è ancora lunga. Il 49% dell’energia proviene ancora dal carbone, la fonte più inquinante al mondo, e un’altra larga parte è alimentata dal gas. La parte delle rinnovabili è di appena il 5%, mentre ampi progetti idroelettrici coprono un altro 20% del fabbisogno africano.
Molto interessante a riguardo, è un nuovo studio del Lawrence Berkeley National Laboratory (Lbln), il laboratorio del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti gestito dall’università della California. La ricerca illustra una strategia idonea a sviluppare l’energia eolica e quella solare, riducendo contemporaneamente la dipendenza del continente dai combustibili fossili ed eliminando i costi di costruzione delle centrali elettriche, e di conseguenza anche il loro devastante impatto ambientale e sociale.
Utilizzando strumenti di mappatura delle risorse, il team del Lbnl ha valutato il vasto potenziale per l’installazione di grandi centrali solari e eoliche in 21 paesi dell’Africa meridionale e orientale, che comprendono più della metà della popolazione africana.
Le conclusioni dello studio rilevano che la giusta strategia per la sistemazione di impianti solari ed eolici consentirebbe alla maggior parte delle nazioni africane di ridurre significativamente il numero di centrali elettriche convenzionali (alimentate con combustibili fossili) e idroelettriche, in fase di progettazione, abbattendo i costi infrastrutturali in termini di miliardi di dollari.
La disamina ha scoperto che le risorse eoliche e solari in Africa sono assolutamente gigantesche e possono essere sfruttate a un costo relativamente basso, ma con adeguate strategie, mirate a promuovere la collaborazione internazionale per sfruttare queste risorse in modo tale da massimizzarne il potenziale e minimizzandone l’impatto.
Il problema principale rilevato nello studio è insito nel fatto che le risorse energetiche non sono diffuse ugualmente in tutta l’Africa. Quella idroelettrica, per esempio, è la fonte principale di energia per un terzo delle nazioni africane, ma non è disponibile in tutti i paesi, senza contare che il cambiamento climatico sta causando siccità sempre più frequenti.
Nella sua analisi, il team di ricerca ha riscontrato che i paesi africani dovrebbero condividere le risorse energetiche e costruire le linee di trasmissione per farlo. Inoltre, dovrebbero sviluppare nuovi impianti per la produzione di energia verde a costo ridotto e a basso impatto ambientale, riducendo al contempo il numero di nuovi impianti di combustibili fossili, in procinto di essere costruiti.
Un segnale in questa direzione arriva dalla nuova intesa per rafforzare la collaborazione tra Cina e Africa per lo sviluppo dell’energia pulita nel continente nero, siglata lunedì scorso a Pechino. L’accordo sancisce la creazione dell’Alleanza per la cooperazione e l’innovazione dell’energia rinnovabile Cina-Africa (Carecia), alla quale partecipano istituzioni finanziarie, fornitori di reti “intelligenti” e i principali produttori di energia rinnovabile.
La Carecia, nell’attuazione di un piano di sviluppo sostenibile, aiuterà a realizzare sistemi di trasmissione elettrica in Africa, attraverso progetti di partenariato pubblico-privato. L’alleanza si concentrerà sulle fonti energetiche più pulite e sulle soluzioni per reperire finanziamenti adeguati alla messa in opera dei progetti.
Senza dubbio, lo sviluppo di nuove soluzioni green costituisce un’importante opportunità per il continente, che innovando il business che ruota intorno all’energia pulita potrebbe acquisire una valida opportunità di crescita economica, diretta a favorire gli investimenti interni e ad attrarre quelli internazionali.
Articolo pubblicato su Nigrizia.it