A 18 anni di distanza da quando il governo di Nuova Delhi lanciò il programma “Focus Africa”, le relazioni commerciali tra l’India e i paesi africani sono cresciute in maniera esponenziale, arrivando nello scorso anno a superare i 42 miliardi di dollari di valore totale. E dopo il recente viaggio del primo ministro indiano Narendra Modi in Ruanda, Uganda e Sudafrica, il rapporto tra i due blocchi è destinato a cementarsi ulteriormente.
Nell’ormai lontano 26 maggio 2002, l’allora ministro indiano del Commercio e dell’Industria, Murasoli Maran, lanciò il programma “Focus Africa” per sfruttare l’enorme potenziale della regione sub-sahariana e creare opportunità di sviluppo economico nell’area. Da allora le relazioni bilaterali tra l’India e i paesi africani hanno continuato a rafforzarsi, come dimostrano i dati delle esportazioni indiane verso i mercati del continente che nel biennio 2016-2017 sono salite a 23 miliardi di dollari, contro i 14 registrati tra il 2007 e il 2008; mentre sempre nel 2016-17, le esportazioni dall’Africa verso l’India si sono attestate a 28 miliardi di dollari (erano 20 miliardi nel 2007-2008).
I primi cinque paesi africani che registrano il più elevato volume di esportazioni verso l’India sono Kenya, Tanzania, Egitto, Sudafrica e Nigeria. Quest’ultima nazione, tra il 2010 e il 2015, è stata il principale partner commerciale di New Delhi nel continente. Nel Forum economico mondiale di Davos del 2014, India e Africa hanno fissato l’ambizioso obiettivo di raggiungere, entro il 2020, i 500 miliardi di dollari di scambi commerciali. Nel 2017, il valore totale del rapporto commerciale tra i due blocchi è stato di 42 miliardi di dollari.
Un risultato certamente ragguardevole che Africa e India possono migliorare sviluppando il contesto imprenditoriale che rappresenta uno degli indicatori chiave per misurare le prestazioni tra i due blocchi, che non hanno ancora sfruttato al massimo il loro potenziale commerciale a causa di una serie di ostacoli.
Per aumentare il volume degli scambi, New Delhi sta rivolgendo, in particolare, grande attenzione ai paesi dell’Africa orientale, dove gli incentivi previsti dai governi locali hanno indotto un crescente numero di investitori indiani ad entrare nei mercati della regione.
Il viaggio di cinque giorni, che verso la fine del mese scorso il primo ministro indiano Narendra Modi ha effettuato in Rwanda, Uganda e Sudafrica, è una chiara indicazione che il paese è più che disposto a intraprendere nuove attività commerciali in Africa, dove il governo di Delhi intende implementare 118 linee di credito per undici miliardi di dollari, in oltre quaranta paesi.
Il tour africano di Modi ha segnato la prima storica visita di un capo di governo indiano in Rwanda, durante la quale Delhi ha annunciato due linee di credito di cento milioni di dollari per lo sviluppo di parchi industriali, l’espansione della zona economica speciale di Kigali e lo sviluppo del piano per la meccanizzazione dell’agricoltura nel paese.
Sempre nella sosta nella capitale rwandese, il primo ministro Modi ha siglato sei accordi, che comprendono la modifica del Memorandum d’Intesa 2007 sulla cooperazione nei settori dell’agricoltura, risorse animali, militare, scambi culturali, lattiero-caseario e su un quadro più ampio di cooperazione commerciale.
Ma l’attenzione dell’India nei confronti dell’Africa non è solo sul piano economico, come dimostra l’annuncio del primo ministro indiano nel discorso tenuto il 25 luglio davanti al parlamento ugandese, di voler aprire 18 nuove ambasciate in Africa. L’India sta inoltre conducendo un quinto round di negoziati con le Mauritius per arrivare a un accordo di libero scambio, che prevede anche la riduzione delle tariffe di importazione sui beni.
Le linee generali dell’intesa, denominata Accordo di partenariato economico globale di cooperazione (Cecpa), comprenderanno gli scambi di merci e di servizi, la risoluzione delle controversie, la cooperazione economica e l’eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio.
C’è comunque da rilevare che la riduzione delle imposte sulle importazioni dei beni dall’arcipelago dell’Oceano Indiano non inciderà molto, poiché nella nazione insulare solo il 6% circa delle merci è soggetto a dazio. Tuttavia, dato che le Mauritius sono uno dei 44 paesi africani che nel marzo scorso a Kigali hanno firmato lo storico accordo per creare una Zona di libero scambio continentale africana (AfCFTA), New Delhi spera che un accordo commerciale con il paese possa aprirgli le porte del resto del continente.
Articolo pubblicato su Nigrizia.it