Ci sono voluti quasi quattro mesi di vibranti proteste di piazza in tutto il Sudan per porre fine al trentennale regime di Omar al-Bashir. Poi, agli stessi manifestanti sono bastate solo 24 ore per delegittimare il generale Ahmed Awad Ibn Auf e far nominare suo posto l’ex capo di stato maggiore Abdel Fattah Abdelrahman Burhan. Ma ancora molte incognite gravano sulla gestione della transizione politica condotta dalla giunta militare.
Nella tarda notte del 10 aprile scorso si è dimesso Omar Hassan al-Bashir, presidente del Sudan ed ex ufficiale dell’esercito salito al potere nel 1989 grazie ad un colpo di stato. La deposizione del leader del National congress party (Ncp) è stata decisa dalle forze armate per evitare che le proteste popolari, iniziate il 19 dicembre con la “rivolta del pane”, sfociassero in una sanguinosa insurrezione armata.
Dopo aver estromesso al-Bashir, i militari hanno annunciato che attraverso l’istituzione di un Consiglio militare di transizione (Cmt) guideranno la fase di passaggio di poteri, che dovrebbe concludersi tra due anni con nuove elezioni. Il Cmt ha sospeso la Costituzione, ordinato lo stato d’emergenza per i prossimi tre mesi e vietato qualsiasi manifestazione pubblica…