Domenica prossima, in Liberia, scade l’ultimatum che il collettivo civico di protesta del Consiglio dei patrioti ha lanciato contro il presidente George Weah. Il Consiglio chiede l’adozione di nuove misure per arginare la crisi economica, l’inflazione, la lotta alla corruzione e un tribunale speciale per i crimini della guerra civile. Diciotto mesi dopo l’insediamento, l’ottimismo dell’inizio della presidenza Weah si è trasformato in cocente delusione.
È trascorso quasi un mese da quando la Liberia è stata scossa da una delle più imponenti manifestazioni anti-governative dalla fine della guerra civile, nel 2003. E’ accaduto il 7 giugno, quando migliaia di persone sono scese in strada a Monrovia per protestare contro l’aumento della povertà, dell’inflazione e della corruzione sotto l’amministrazione del presidente George Manneh Weah.
Per reprimere il dissenso, il governo ha schierato le forze dell’ordine in assetto antisommossa e ha esercitato pressioni sulle due più importanti società di telecomunicazioni – Orange e Lonestar Cell MTN – per limitare l’accesso ai social media…