Elezioni Togo: Jean-Pierre Fabre sfiderà ancora Gnassingbé

Il principale partito d’opposizione del Togo ha selezionato il candidato per le elezioni presidenziali del 2020. Il 67enne Jean Pierre Fabre sfiderà per la terza volta Faure Gnassingbé, in carica dal 2005. Le opposizioni temono nuove tensioni sociali con l’avvicinarsi del voto e per Fabre non sarà facile porre fine a più di 52 anni di potere della dinastia Gnassingbé, che adesso beneficia del supporto del Fondo monetario internazionale.

L’Alleanza nazionale per il cambiamento (Anc), principale partito d’opposizione del Togo, ha selezionato il candidato per le elezioni presidenziali del 2020. Ancora una volta la scelta è caduta sul 67enne Jean Pierre Fabre, che ha già preso parte alle presidenziali del 2010 e 2015, ottenendo sempre il secondo posto, rispettivamente con il 33,93% e il 35,19% dei voti.

In entrambe le occasioni Fabre ha perso contro Faure Essozimna Gnassingbé, in carica dal 2005, dopo essere succeduto al padre, Étienne Eyadéma Gnassingbé, salito al potere con un golpe militare nel gennaio 1967. Da allora la dinastia Gnassingbé governa il Togo. Per questo, Fabre ha dichiarato di accettare con entusiasmo la candidatura e si è detto pronto a «continuare instancabilmente la lotta comune per la liberazione del Togo e del popolo togolese».

Il leader dell’Anc ha anche colto l’occasione per invitare il presidente a non correre per un quarto mandato, per evitare di trascinare il paese in nuova crisi politica. Sarà però molto difficile che Faure Gnassingbé accetti l’invito a farsi da parte. Soprattutto dopo che, lo scorso 9 maggio, il parlamento ha approvato una revisione costituzionale che limita il numero dei mandati presidenziali, ma senza effetto retroattivo.

Una riforma che, in pratica, consente all’attuale presidente di potersi ricandidare alle elezioni del 2020 e anche a quelle del 2025. E per non inasprire ulteriormente la situazione, dopo le proteste che dal 19 agosto 2017 alla fine di aprile 2018 hanno provocato più di venti morti e portato migliaia di togolesi nelle piazze, Gnassingbé ha dato qualche timido segnale di apertura.

Per la prima volta in 32 anni, lo scorso giugno si sono tenute le elezioni comunali, nelle quali l’Unione per la Repubblica (Unir), il partito di governo, si è aggiudicato la maggioranza dei seggi, seguito dall’Anc e dalla coalizione di opposizione C14.

Anche la crescita economica, dopo il cospicuo rallentamento del 2017 dovuto alle tensioni politiche e alla forte contrazione delle entrate fiscali, nel 2018 ha registrato dei progressi, salendo al 4,9% e, secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), quest’anno dovrebbe essere confermata al 5,3%.

Una ripresa trainata in gran parte dal rilancio degli investimenti pubblici e dei consumi, oltre che da una forte crescita nel settore dei servizi. In particolare, gli Investimenti Esteri Diretti (Ide) hanno finanziato oltre il 40% del fabbisogno di aiuti esterni, mentre i prestiti a lungo termine hanno coperto il restante 60%.

Il mese scorso una missione del Fmi ha visitato Lomé per discutere con le autorità locali della quinta revisione dei risultati economici, nell’ambito di un programma di rilancio sostenuto da un accordo siglato nel quadro del meccanismo di concessione del cosiddetto credito allargato (Extended Credit Facility – Ecf).

La missione del Fondo monetario ha accolto con favore i recenti progressi compiuti da Lomé per risanare l’economia, sottolineando che i continui sforzi sostenuti dal governo saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi del piano di sviluppo nazionale.

Nonostante questi progressi, però, la povertà rimane ancora diffusa, soprattutto nelle aree rurali del paese, dove il 60% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà assoluta. E il Togo deve anche continuare a impegnarsi a fondo per raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030.

Nel frattempo, le opposizioni temono nuove tensioni sociali con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali previste ad aprile. Mentre nel suo ultimo rapporto la Lega togolese per i diritti umani (Ltdh) ha denunciato una recrudescenza allarmante delle violazioni nel paese con due persone scomparse e tre uccise, durante le manifestazioni dell’opposizione che hanno preceduto le elezioni parlamentari dello scorso dicembre.

Articolo pubblicato su Nigrizia.it

Categorie: Politica | Tag: | Lascia un commento

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