Dalla fine del 2017, il governo del Burundi ha avviato una campagna per raccogliere donazioni al fine di disporre di fondi sufficienti per organizzare le elezioni del prossimo anno. L’incarico di riscuotere i “contributi volontari” è stato affidato agli Imbonerakure, la famigerata e temuta milizia giovanile del partito al potere, il Cndd-Fdd, che ha commesso gravi abusi ampiamente documentati in nuovo raporto da Human Rights Watch.
La grave crisi politico-sociale che affligge il Burundi dall’aprile 2015, non cessa di offrire spunti per descrivere la bramosia di potere e la miopia politica del presidente Pierre Nkurunziza che l’anno scorso si è proclamato “guida suprema ed eterna” del paese indicendo un referendum per cambiare la Costituzione.
Le norme approvate con il referendum, di cui i pochi oppositori rimasti nel paese hanno contestato duramente l’esito per sospetti brogli e violenze all’interno dei seggi, hanno introdotto il vincolo, non retroattivo, di due soli mandati presidenziali consecutivi, consentendo potenzialmente a Nkurunziza di restare al potere fino al 2034. Tuttavia, il capo dello Stato ha dichiarato di non volersi ricandidare alle elezioni del 20 maggio 2020, ma di voler fare tutto in possibile per garantirne lo svolgimento, nonostante il suo governo non possa permettersi di finanziarle…