Sei paesi africani nella top ten delle crisi umanitarie

L’annuale watchlist dell’International Rescue Committee (Irc) registra la presenza di ben sei paesi africani tra i dieci ad alto rischio di un grave deterioramento della situazione umanitaria nel 2020. Tutti paesi segnati da conflitti che hanno causato gli spostamenti in massa di popolazioni e una grave insicurezza alimentare e umanitaria. Per la prima volta nella graduatoria compare il Burkina Faso destabilizzato dall’insorgenza jihadista.

Ben sei paesi africani sono tra i primi dieci al mondo considerati ad elevato rischio di un grave deterioramento della situazione umanitaria nel 2020. Lo ha stabilito l’annuale watchlist dell’International Rescue Committee (Irc), che nel monitorare i venti stati ‘nevralgici’ ha classificato la Repubblica democratica del Congo (RdC) al secondo posto dell’infausta graduatoria.

L’Irc posiziona la RdC subito dietro lo Yemen, evidenziando che la nazione africana ha la più grande popolazione di sfollati e rifugiati in Africa: 15,9 milioni di persone (il 17% della popolazione) che secondo gli ultimi dati dell’Ocha (Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari) sono bisognose di assistenza. Senza dimenticare, che nella RdC c’è anche il numero più alto di sfollati interni di tutta l’Africa: oltre 5 milioni, dei quali 940mila si sono aggiunti nel solo 2019.

In particolare, durante lo scorso anno, a causa del perdurare di conflitti, 360mila persone sono state costrette a lasciare le loro case nella provincia dell’Ituri nel nord-est del paese e oltre 100mila  nel Sud Kivu, nella parte orientale del Congo Kinshasa.

Gli spostamenti provocati dalle guerre sono uno dei principali fattori trainanti dell’insicurezza alimentare poiché le attività agricole vengono interrotte quando le persone fuggono dalle loro case. Questo ha determinato che ben 15,6 milioni di persone siano afflitte da malnutrizione, mentre la RdC è ancora nel mezzo del secondo più grande focolaio di ebola della storia con le ultime stime che riportano 3.409 casi di contagio con 2.236 decessi dall’inizio dell’epidemia nell’agosto 2018.

Per l’anno in corso, l’Irc prevede che il protrarsi dei conflitti armati, l’instabilità politica e la diffusione dell’ebola potrebbero innescare un grave deterioramento della crisi congolese. Gli altri cinque paesi africani che figurano nelle prime dieci posizioni dell’annuale elenco compilato dall’ong newyorchese sono Nigeria, Burkina Faso, Sud Sudan, Somalia e Repubblica centrafricana.

Anche questi cinque paesi sono interessati da conflitti, che hanno contribuito all’aumento dell’instabilità e dell’insicurezza alimentare. Come nel caso del Centrafrica, dove 2,6 milioni di persone, oltre la metà della popolazione, hanno bisogno di assistenza umanitaria e oltre un quarto di tutti i centrafricani sono stati costretti a lasciare le loro case. Più di 600mila persone sono state sfollate internamente, mentre altre 600mila sono fuggite nei paesi vicini e circa il 35% della popolazione sta affrontando livelli critici di insicurezza alimentare.

Particolarmente critica anche la situazione della Nigeria tormentata da molteplici conflitti, in particolare l’insurrezione decennale di Boko Haram nel nord-est, che finora ha provocato oltre 20mila morti, e la crescente violenza tra pastori seminomadi musulmani e contadini cristiani, che ha già provocato migliaia di vittime negli Stati centrali e nel nord-ovest del paese. Mentre un’epidemia di colera ha aumentato l’insicurezza alimentare e lo spostamento della popolazione su vasta scala nel nord del paese.

L’Irc prevede che nel 2020 il protrarsi dei conflitti e le nuove restrizioni imposte agli operatori umanitari, che possono lavorare solo nelle enclavi controllate dall’esercito nigeriano, aggraveranno le emergenze. In particolar modo, la situazione nel nord-ovest potrebbe deteriorarsi ulteriormente, specialmente se i gruppi armati che vi operano stabiliranno collegamenti con le controparti attive nel Sahel.

Da evidenziare anche lo stato di crisi in Burkina Faso, che per la prima volta compare sia nella Watchlist che nella top ten dell’Irc. La situazione umanitaria si è deteriorata rapidamente nel 2019, principalmente a causa dell’insurrezione dei gruppi armati jihadisti che hanno acquisito il controllo di ampie parti territorio nel nord e nell’est del paese. L’instabilità ha portato a un massiccio aumento degli sfollati, che dai 9mila dell’inizio del 2018 sono esponenzialmente aumentati arrivando ai quasi 500mila di ottobre 2019.

Secondo gli analisti dell’Irc, il numero di sfollati salirà a 900mila entro il prossimo aprile 2020 e l’insicurezza alimentare dovrebbe peggiorare ulteriormente. E la situazione potrebbe degenerare se le elezioni presidenziali previste nel novembre 2020 non daranno un governo stabile al Burkina Faso.

Dall’annuale Watchlist dell’Irc emerge che l’acuirsi dei conflitti costituisce la più importante sfida che l’Africa dovrà affrontare nel 2020. Un’analisi condivisa anche da uno rapporto dell’Istituto di studi sulla sicurezza (Iss) di Pretoria, che evidenzia come le guerre e le violenze restano il problema ricorrente per molti paesi dell’Africa.

Articolo pubblicato su Nigrizia.it

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