Lo scorso 8 agosto il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, ha concesso un’amnistia ai gruppi coinvolti nella guerra civile scoppiata nel dicembre 2013. Un provvedimento che contrasta con gli obblighi internazionali assunti da Juba nel perseguire gli autori delle atrocità commesse durante il conflitto. Mentre il governo di transizione non ha compiuto progressi verso l’istituzione di un tribunale ibrido per perseguire i crimini di guerra. Continua a leggere
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Hrw: nessuna amnistia per i crimini di guerra in Sud Sudan
Le sanzioni Usa fermeranno la guerra etnica in Sud Sudan?
Gli Stati Uniti hanno comminato nuove sanzioni contro il Sud Sudan per ridurre le entrate provenienti dal petrolio, che secondo il Dipartimento di Stato Usa sarebbero utilizzate dal governo di Juba per acquistare armi e finanziare le milizie irregolari attive nel paese. Intanto, il conflitto in corso da più di 4 anni registra un’ulteriore escalation, mentre i colloqui per rilanciare gli accordi di pace dell’agosto 2015 dovrebbero riprendere il 26 aprile in Etiopia. Continua a leggere
Un anno fa scoppiava la crisi in Sud Sudan
Esattamente un anno fa esplodeva la crisi in Sud Sudan. Tutto ebbe infatti inizio il 15 dicembre 2013 nella capitale Juba, dove si registrarono i primi scontri tra reparti militari, rispettivamente fedeli al presidente Salva Kiir Mayardit e all’ex vice presidente, Riek Machar Teny. Il conflitto si è poi esteso a diverse aree del paese, assumendo una polarizzazione etnica che ha coinvolto le due principali etnie, i dinka (ai quali appartiene il presidente Kiir) e i nuer (l’etnia di Riek Machar). Di fatto, sin dai primi anni di governo i dinka hanno gradualmente imposto il proprio controllo sulle istituzioni.