“Exposed”, “smascherati”. Così, lo scorso 25 febbraio, l’edizione cartacea del quotidiano ugandese Red Pepper titolava l’apertura della sua prima pagina, pubblicando una lista con i nomi, i cognomi e addirittura in alcuni casi le foto di duecento persone gay del paese. Dopo l’ennesimo lancio della caccia alle streghe da parte di un giornale locale, che stavolta ha fatto seguito all’approvazione della controversa legge che prevede pene detentive fino all’ergastolo per l’omosessualità, la comunità Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender) dell’Uganda, che già viveva in condizioni difficili, per difendersi è dovuta ricorrere a drastiche misure. Continua a leggere