Africa: l’inflazione raggiunge i massimi degli ultimi 5 anni

Image Border Editor: https://www.tuxpi.com/photo-effects/bordersL’elevato tasso di inflazione che sta spingendo sempre più in alto il costo dei beni e servizi in tutto il mondo, non ha risparmiato l’Africa, dove dall’inizio del 2022 in molti paesi è stato registrato un record dell’aumento del livello dei prezzi. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha previsto che l’attuale pressione inflazionistica continuerà fino al 2023, generando ulteriori preoccupazioni per una conseguente recessione economica globale.

Allo stesso modo, il Fmi ha aumentato la proiezione dell’inflazione per le economie avanzate al 5,7% e all’8,7% per i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo. Tra quest’ultime figurano la quasi totalità dei paesi africani, che in alcuni casi hanno raggiunto livelli di inflazione da record, che secondo le stime di Nairametrics, società di Lagos leader nell’informazione finanziaria in Africa, sono aumentati in maniera macroscopica anche a giugno aggravando la crisi sociale e alimentare in tutto il continente.

Sudan

Nel passare in rassegna i paesi africani più colpiti dal fenomeno inflattivo è molto delicata la situazione sudanese, che l’anno scorso con il 382,8% sulla base di una media mobile di 12 mesi ha registrato il peggior tasso di inflazione al mondo. Il dato più recente disponibile è quello dello scorso aprile, quando l’inflazione è scesa al 220,7% rispetto al 263,2% registrato nel mese di marzo. Ma la situazione resta di massima criticità.

Zimbabwe

Il quadro economico è assai preoccupante anche nello Zimbabwe, dove il tasso di inflazione nello scorso giugno è salito al 191% dal 132% registrato nel mese precedente, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto dei cittadini. Da evidenziare, che dall’inizio dell’aggressione armata della Russia nei confronti dell’Ucraina, il tasso di inflazione dello Zimbabwe è balzato dal 66% a oltre il 130% a maggio.

Poi, in soli due mesi, è aumentato di nuovo fino a raggiungere quasi il 200%. Il paese dell’Africa australe sta iniziando anche a pagare il prezzo del pesante indebitamento contratto nei confronti della Cina alla fine dell’era di Robert Mugabe per realizzare progetti infrastrutturali. Tra questi, l’ampliamento dell’aeroporto internazionale di Victoria Falls e quello della controversa centrale idroelettrica di Kariba sul fiume Zambesi, la principale fonte di elettricità del paese.

Ghana

Il tasso di inflazione a giugno è accelerato al 29,8%, rispetto al 27,6% registrato a maggio. Nello specifico è la rilevazione più alta degli ultimi 19 anni, che implica una crescita dell’inflazione mensile tra maggio e giugno del 3%. Preoccupa anche l’indebitamento, che ha visto il rapporto debito/Pil salire a quasi l’85% e la sua valuta, il cedi, da inizio anno ha perso quasi un quarto del suo valore, mentre lo stato stava già spendendo più della metà delle entrate fiscali per il pagamento degli interessi del debito estero. Una situazione che ha spinto il governo a chiedere aiuti al Fmi.

Nigeria

L’inflazione a giugno è salita al massimo livello degli ultimi 65 mesi: 18,6% dal 17,71% registrato nel mese precedente, registrando il quinto aumento mensile consecutivo. Su base mensile, il tasso inflattivo è salito all’1,82%, ovvero lo 0,04% in più rispetto all’1,78% registrato nel maggio scorso. L’aumento dell’inflazione in Nigeria è in gran parte dovuto all’impennata dei prezzi dell’energia, che ha influito sui costi di trasporto e di riflesso sull’aumento dei prezzi dei generi alimentari.

Ruanda

Il tasso di inflazione annuale a giugno è accelerato al 16,1% dal 14,8% del mese precedente. Si tratta del tasso di inflazione più alto da marzo 2009, con i prezzi di prodotti alimentari e bevande analcoliche in aumento del 26,1%, il massimo da febbraio 2020, a causa dell’impennata delle materie prime.

Egitto

L’inflazione mensile a giugno ha registrato il primo lieve calo in sette mesi rallentando al 13,2%, rimanendo comunque su livelli molto elevati rispetto al 2021 (nel giugno 2021 si attestava al 5,3%). Per contenere l’inflazione, dall’inizio dell’anno, la Banca centrale egiziana ha aumentato per la prima volta i tassi dal 2017, intervenendo nel marzo scorso e nuovamente a maggio. C’è anche da evidenziare il rapporto debito/Pil vicino al 95% e l’ingente fuoriuscita di liquidità internazionale, stimata in circa 11 miliardi di dollari da JPMorgan.

Botswana

Spinta verso l’alto dai cospicui rincari dei prezzi energetici, l’inflazione morde anche nel piccolo paese australe, dove a giugno si è registrato l’indice più alto da gennaio 2009: il 12,7% con un aumento dello 0,8% rispetto all’11,9% di maggio. La maggiore pressione al rialzo è venuta dai prezzi dei trasporti, cibo e bevande analcoliche, alloggi e servizi pubblici, e beni e servizi vari.

Kenya

A giugno, il tasso di inflazione è salito al 7,9%, il massimo da 58 mesi. Il sensibile aumento è causato dell’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari, che lo scorso mese hanno avuto un ruolo primario nel determinare l’aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al 7,1% registrato a maggio.  Il Kenya spende circa il 30% delle entrate fiscali per il pagamento degli interessi, mentre le sue obbligazioni hanno perso quasi la metà del loro valore e attualmente sono fuori dai mercati internazionali.

Il paese, che il 9 agosto è chiamato a eleggere il nuovo presidente, ha da poco ottenuto dal Fmi un nuovo finanziamento di circa 235,6 milioni di dollari, utilizzabili per il supporto al bilancio. Il che porta gli esborsi totali del Kenya per il sostegno al bilancio a circa 1.208,2 milioni di dollari.

Zambia

Il paese dell’Africa australe è stato il primo in Africa dichiarato ufficialmente in default, già nel 2020, per non aver ottemperato al pagamento di 42,5 milioni di dollari di debiti. Il presidente Hichilema è ricorso a un nuovo finanziamento del Fondo monetario e ha imposto un regime di austerità che sta mettendo a dura prova la capacità di sussistenza della maggior parte della popolazione.

Sudafrica

Lo scorso maggio, il tasso di inflazione è accelerato al 6,5% rispetto al 5,9% registrato nel mese precedente. Per la prima volta in oltre 5 anni, l’inflazione ha superato l’intervallo obiettivo indicato dalla banca centrale. Questa è anche la lettura più alta da gennaio 2017, quando il tasso era salito al 6,6%.

Tunisia

In Africa è particolarmente allarmante anche la situazione del debito con alcuni paesi che versano in condizioni critiche. Osservata speciale è la Tunisia, che registra un disavanzo di bilancio vicino al 10% e lo spread delle sue obbligazioni (il premio richiesto dagli investitori per acquistare il debito tunisino piuttosto che le obbligazioni statunitensi) salito a oltre 2.800 punti base.

Morgan Stanley ha collocato la Tunisia, insieme a Ucraìna ed El Salvador, nella lista dei tre paesi con maggiori probabilità di imminente default. Per questo, lo scorso 4 luglio, una missione del Fmi si è recata in Tunisia per avviare ufficialmente i negoziati con le autorità locali un programma di finanziamento.

Tuttavia, un deficit di bilancio vicino al 10%, i salari medi più alti del settore pubblico su scala mondiale, le misure eccezionali per rafforzare il proprio potere prese dal presidente Kais Saied e la forza del sindacato generale tunisino del lavoro (Ugtt) rendono quasi impossibile per Tunisi fornire solide garanzie per ricevere assistenza finanziaria dal Fondo monetario.

Articolo pubblicato su Nigrizia.it

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