Kenya, Oms e Unicef sotto accusa per il vaccino sterilizzante

“Il 30% delle fiale raccolte durante la campagna antitetanica, sponsorizzata e promossa dall’Oms e dall’Unicef, contiene l’Hcg”. Lo afferma un comunicato della Conferenza Episcopale del Kenya, emesso lo scorso 13 febbraio, per rendere note le conclusioni del rapporto finale della Commissione scientifica, che ha esaminato la campagna di vaccinazione antitetanica condotta a marzo e ad ottobre 2014, al fine di indagare sul sospetto uso di una sostanza sterilizzante: la subunità Beta Hcg, l’ormone che identifica la gonadotropina corionica umana.

La Commissione era stata incaricata dalla Chiesa cattolica e dal ministero della Salute keniano di verificare se nei vaccini impiegati nella campagna contro il tetano materno e neonatale fosse presente la suddetta, che renderebbe i vaccini uno strumento surrettizio di controllo delle nascite. Il ministero della Salute si è però ritirato dalla Commissione congiunta alla vigilia della pubblicazione del rapporto finale, che dimostra come il 30% delle fiale esaminate, provenienti dagli stock utilizzati dalla massiccia campagna di vaccinazione sponsorizzata da Oms e Unicef, contenga la subunità Beta Hcg.

“È immorale e non etico che l’Oms e l’Unicef sponsorizzino e finanzino una campagna inumana come questa nel nostro paese”, affermano i Vescovi, che chiedono che questi organismi si scusino con “i bambini e le donne del Kenya”, la cui fiducia è stata tradita. “Nessuna campagna di vaccinazione deve essere intrapresa senza accurati controlli dei vaccini utilizzati prima, durante e dopo la sua effettuazione”, conclude il comunicato.

I vescovi cattolici avevano lanciato l’allarme sulla campagna nazionale antitetanica rivolta a ragazze e donne dai 14 ai 49 anni, perché alcuni test di laboratorio effettuati su richiesta della Chiesa avevano rilevato che il vaccino usato nel marzo 2014 conteneva la subunità Beta Hcg, rendendolo in realtà un siero contro la gravidanza. E’ anche importante ricordare, che una metodologia simile è stata utilizzata in precedenti campagne di vaccinazione nelle Filippine, in Nicaragua e Messico.

Riguardo la vicenda, lo scorso novembre, prima che fosse reso noto l’esito delle conclusioni della Commissione scientifica,  Tempi.it aveva intervistato la dottoressa Custodia Mandlhate, rappresentate dell’Oms in Kenya, che ha voluto rispondere per iscritto respingendo come infondati i timori sui potenziali effetti sterilizzanti del siero somministrato, negando la presenza dell’ormone nel vaccino incriminato e sottolineando che comunque solo livelli molto elevati dell’antigene Hcg costituirebbero un rischio per la gravidanza.

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