La grande industria petrolifera della Nigeria è allo sbando

Image Border Editor: https://www.tuxpi.com/photo-effects/bordersLa produzione di petrolio della Nigeria ad agosto è letteralmente crollata ai livelli più bassi degli ultimi 32 anni, scendendo a 980mila barili al giorno, in netto calo rispetto ai circa 1,1 milioni di barili al giorno di luglio, come certificato dalla Commissione nazionale per la regolamentazione del petrolio. Un crollo che sta arrivando mentre i prezzi del petrolio sono ancora elevati, in parte a causa dell’invasione della Russia in Ucraina.

La drastica riduzione ha permesso all’Angola di superare la Nigeria nella produzione mensile di petrolio per la terza volta nel 2022 e diventare il primo produttore africano. Senza contare, che le ultime statistiche dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) mostrano che la capacità della Nigeria di aumentare la sua produzione di greggio è diminuita del 37% in meno di tre anni.

Il nuovo rapporto mensile elaborato dall’organizzazione di Vienna afferma che, lo scorso agosto, il numero di piattaforme petrolifere attive nel paese è sceso a 10, dalle 16 del 2019. Il rapporto rileva inoltre che la produzione di greggio nigeriana non era mai scesa al di sotto di 1,4 milioni di barili al giorno, neanche nel difficile periodo degli attacchi dei movimenti militanti attivi nella regione estrattiva del Delta del Niger.

Richard Bronze, responsabile geopolitico presso la società di consulenza londinese Energy Aspects, ha affermato che le esportazioni sono state le più basse dal 1990. Una contrazione notevole, in gran parte dovuta ai problemi registrati nel terminal nella località sudorientale di Forcados, che hanno peggiorato la già debole offerta, considerando che dallo strategico impianto passa un quarto della produzione petrolifera del paese africano.

Per decenni, la Nigeria è stata il più grande produttore di petrolio dell’Africa e il greggio era la prima voce del Pil nazionale, ma gli ultimi dati mostrano che durante il secondo trimestre di quest’anno l’information technology e il commercio hanno contribuito in misura maggiore al Pil nigeriano.

La produzione di petrolio della Nigeria è diminuita costantemente dal 2020, un crollo senz’altro riconducibile alla carenza di investimenti nel settore e all’aumento dell’insicurezza, che si traduce in frequenti furti di greggio e sabotaggi degli oleodotti, da parte di bande criminali. Secondo un dirigente della Shell, il furto di petrolio su scala industriale rappresenta una minaccia “esistenziale” per quello che è stato per decenni il più grande esportatore di oro nero dell’Africa.

La produzione di greggio e condensato più elevata della Nigeria, quest’anno, è stata registrata a gennaio, con un volume di 1,68 milioni di barili al giorno, comunque distante dalla capacità standard di esportazione, pari a circa 2 milioni di barili giornalieri.

I vertici della società petrolifera statale Nigerian National Petroleum Company (Nnpc) sottolineano la mancanza di almeno 700mila barili giornalieri a causa dei continui furti che, in alcuni casi, hanno indotto le società ad interrompere la produzione in alcuni siti al fine di evitare le incursioni dei criminali.

Mentre alcune aziende hanno affermato che oltre l’80% del petrolio che hanno immesso in alcuni oleodotti è stato rubato. La perdita di produzione si traduce in miliardi di dollari di mancato guadagno, che rappresenta un’ulteriore minaccia per la già stremata economia della nazione più popolosa dell’Africa.

In vista delle imminenti elezioni presidenziali, che si terranno il prossimo 25 febbraioil crollo della produzione petrolifera di certo peserà sui consensi al partito del presidente uscente Muhammadu Buhari, che la scorsa settimana ha affermato che il problema sta avendo pesanti ripercussioni sulle finanze statali.

Come dimostra il fatto che a luglio, l’Nppc ha registrato entrate pari a zero dalle esportazioni di greggio, rispetto ai 5,96 milioni di dollari di guadagni di giugno. Il drastico calo delle entrate dell’export di greggio, destinato a proseguire nei prossimi mesi, potrebbe avere ripercussioni anche sui fondi da stanziare per l’avvio della costruzione del mega-gasdotto transahariano Nigal, un ambizioso progetto che vede la partecipazione di Algeria, Niger e Nigeria.

Tuttavia, lo scorso 7 settembre, a margine di Gastech 2022 alla Fiera di Milano, il ministro del petrolio nigeriano, Timipre Sylva, ha annunciato l’imminente avvio della costruzione dell’infrastruttura, che dal Delta del Niger dovrebbe arrivare in Algeria, per esportare il gas direttamente in Europa.

Ma il progetto è ancora nella sue fase iniziale, che finora ha riguardato solo la pianificazione tecnica. Ci vorrà quindi ancora del tempo perché diventi realtà. La realizzazione del gasdotto più lungo del mondo (oltre 4mila Km) promette di risolvere i problemi scaturiti dalla crisi energetica causata dal blocco delle forniture di gas imposto dalla Russia.

E, d’altronde, la Nigeria, con i suoi oltre 190 bilioni di metri cubi, ha le più grandi riserve di gas del continente. Il mega-gasdotto transahariano potrebbe dunque essere una risposta efficace alla crisi. Secondo le stime, infatti, una volta completato trasporterà fino a 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno in Algeria, collegandosi alla rete esistente verso l’Europa.

Ma per molto tempo la situazione della sicurezza nella regione del Sahel e le tensioni tra i governi di Algeri e Niamey non hanno permesso al progetto di andare avanti. E adesso a complicare la realizzazione del Nigal si aggiungono anche le difficoltà economiche della Nigeria, alimentate paradossalmente anche dal crollo della produzione di greggio.

Difficoltà che non sembrano però impensierire Buhari che, dopo la firma di un accordo per la costruzione di un altro gasdotto tra Nigeria e Marocco (NMgp) che dovrebbe rifornire anche l’Africa occidentale e l’Europa, ha annunciato un rilancio del programma di sfruttamento del gas rilasciato durante l’estrazione di petrolio, avviato nel 2016 e mai implementato.

Articolo pubblicato su Nigrizia.it

Categorie: Economia, Risorse energetiche | Tag: , , , | Lascia un commento

Navigazione articolo

Lascia un commento

Blog su WordPress.com.

Il Blog di Roberto Iovacchini

Prima leggo, poi scrivo.

Farfalle e trincee

Viaggi e Storie sulla Via della seta

Café Africa

Conversations on a continent to be known